Diciannove motivi di ottimismo (a 2)

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Che il Copenaghen fosse un osso duro, era assodato, essendo la squadra più forte della Danimarca ed avendo la buona abitudine di frequentare le e competizioni europee, Champions inclusa. Ciononostante, il pareggio nel playoff d’andata va stretto all’Atalanta che non è riuscita a concretizzare l’evidente supremazia territoriale sui rivali, sfiorando il gol con Gomez dopo essersi vista annullare la rete di Barrow. Succede. Ma proprio per la qualità della prova dei nerazzurri, bisogna guardare alla partita di ritorno con pragmatico ottimismo.

Quei 19 tiri atalantini contro i due soli danesi sono un rassicurante biglietto da visita per la gara del 30 agosto. E a decidere saranno Barrow, Gomez e Zapata, a seconda delle modalità d’impiego che Gasperini deciderà. In Europa, non è mai detto che lo 0-0 nella prima gara sia un cattivo risultato per chi debba giocare in trasferta la seconda. Intanto, è importante non subire gol e poi, per quanto il valore del Copenaghen sia evidente, non stiamo parlando di uno squadrone invincibile. Anzi, quando la difesa danese viene messa sotto pressione, va in difficoltà. È per questo che bisogna essere ottimisti.

L’Atalanta è a novanta minuti da un traguardo che premierebbe i suoi sforzi estivi: qualificarsi alla fase a gironi di Europa League per la seconda stagione consecutiva. Sarebbe la consacrazione di un progetto e di un successo destinati a collocare stabilmente il club nella dimensione europea che merita e, per raggiungere la quale, la società non ha mai lesinato sforzi. Aggiungete la carica formidabile di una tifoseria che a Copenaghen, come già a Sarajevo e ad Haifa, sarà presente e farà sentire la sua voce. La stessa che, ancora una volta ci spinge a dire: Claudio libero. Non smetteremo mai di ripeterlo sino a quando Claudio Galimberti non tornerà finalmente allo stadio. Questa ingiustizia deve finire.

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