Vi aspetta allo Sponz Fest

25 anni con Vinicio Capossela La musica è un bagno nel mare

25 anni con Vinicio Capossela La musica è un bagno nel mare
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Quest’anno fanno venticinque anni dal primo disco, All’una e trentacinque circa, e Vinicio Capossela celebrerà in grande, dal tramonto del 29 Agosto all’alba del 30, le sue nozze d’argento con la musica. L’occasione è lo Sponz Fest, che Capossela organizza e dirige dal 2013 a Calitri, nell’alta Irpinia, nei luoghi in cui sono nati i suoi genitori. È una festa che dura una settimana, una cosa piuttosto seria: ci vuole della scienza per fare baccano come si deve sette giorni di fila. E infatti nello Sponz Fest c’entra pure la chimica: sponzare – che somiglia, non a caso, a sponsale – significa stare a bagno per giorni come il baccalà, perdere il sale e la rigidità della forma per inzupparsi come una spugna di musica, di balli, di racconti, di vino, come si faceva un tempo ai matrimoni; degenerare per rigenerarsi, non a caso in sette giorni, che sono quelli giusti per ricreare il mondo, divincolandosi dal tempo, dal lavoro, da ciò che è utile. Quelli giusti per ricrearsi, che nei dialetti del Sud significa, poi, nient’altro che divertirsi.

 

LO SPONZ FEST E LA NOTTE D'ARGENTO SUL TG1Il servizio del TG di Rai1 firmato da Vincenzo Mollica dedicato al Calitri Sponz Fest e alla Notte d'Argento del 29 agosto. http://goo.gl/AMdNqI #sponzfest15

Posted by VINICIO CAPOSSELA on Mercoledì 26 agosto 2015

 

Lo Sponz Fest 2015 si intitola Raglio di luna ed è itinerante: carovane di asini e muli, di musica e musicanti si spostano, giorno e notte, col passo degli uomini della terra lungo i sentieri della valle di Cairano – Il paese dei Coppoloni, quell’entroterra abbandonato che Capossela ha ripopolato di personaggi mitici nel suo ultimo romanzo – accompagnate da una trebbiatrice volante. La trebbiatrice è lo «strumento agricolo esemplare del lavoro da fare assieme per dividere ciò che è importante da quel che non lo è»: è importante fermarsi, come sembra aver fatto il tempo in quei luoghi, perché – spiega lui – «il tempo della Festa è soprattutto il tempo in cui l’uomo si ricorda di essere uomo, in cui si dedica a qualcosa di sacralmente, solennemente, consapevolmente, smodatamente, liberamente inutile».

L’inutile, quindi, si conquista. Con la poesia di una Notte d’Argento, per esempio: il 99,1 percento della luna sarà visibile sui cieli della stazione ferroviaria dismessa di Conza-Andretta-Cairano che si trasformerà stanotte nel paese dei balocchi. Alla luna piena ululeranno in concerto la lira del greco Psarantonis, le fanfare macedoni di King Naat Veliov & The Original Kočani Orkestar, i conjunto dei messicani Mariachi Mezcal e dei texani Los Texmaniacs, il suono del deserto dell’Arizona di Howe Gelb, insieme alla calitrana Banda della Posta e a una sfilza di personaggi usciti dal paese dei Coppoloni: Cicc’ Bennett, Matalena, Testadiuccello, Asso Stefana, Zeno De Rossi.

Tutti ad intrecciarsi con l’avventura musicale di Vinicio Capossela. Un’avventura lunga venticinque anni, nel corso dei quali Capossela ha camminato senza fermarsi mai, come un ramingo, come un artista di circo, come un pirata, esplorando, sperimentando e interpretando un tesoro ricchissimo di suoni, di ritmi, di voci, di visioni, di paesi. Eccone qualche ricordo, in cui ammollarsi a sponzare:

 
 

 

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