Moriva oggi, 35 anni fa

5 scene (e una chicca) per ricordare l'immensità di Alfred Hitchcock

5 scene (e una chicca) per ricordare l'immensità di Alfred Hitchcock
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Il 29 aprile 1980, esattamente 35 anni fa, moriva uno dei più grandi e celebrati registi di tutti i tempi, il “maestro del brivido” Alfred Hitchcock. Un nome che non ha bisogno di presentazioni: Hitchcock è stato, ed è tuttora, un punto di riferimento per il cinema thriller, grazie alla sua impareggiabile capacità di creare scene dalla suspense ineguagliabile. Una produzione cinematografica sterminata, con capolavori che hanno fatto incetta di Oscar di ogni tipo. Eppure, fra i tanti, mai quello per il Miglior Film o il Miglior Regista: Hitchcock, infatti, non ha mai potuto vantare la conquista della prestigiosa statuetta, nonostante diverse nomination. Un peccato, che non scalfisce però la straordinarietà del suo lavoro.

Detto questo, si è accennato a scene magistralmente orchestrate che hanno segnato un intero settore del cinema. Per rendere il giusto tributo ad un maestro del genere, riportiamo i migliori spezzoni dei suoi film più famosi, nonché alcune delle sue proverbiali e fugaci apparizioni: Hitchcock, infatti, amava fare una comparsa di pochissimi secondi in pressoché tutti i suoi film.

 

1) Psyco

Il film di Hitchcock probabilmente più famoso in assoluto: Psyco è un thriller meraviglioso, che scandisce i ritmi serratissimi della sua storia con la follia, gli omicidi e i colpi di scena tipici della filmografia hitchcockiana. Celebre oltre ogni dire è la scena dell’assassinio nella doccia, in cui lo psicopatico Norman Bates accoltella un’ignara ospite del motel da lui gestito. La musica di sottofondo che accompagna la scena è rimasta immortalata nell’immaginario collettivo come espressione tipica di momenti mozzafiato.

 

2) Intrigo internazionale

Quando ci si metteva, Hitchcock era veramente perfido: a James Stewart, che voleva il ruolo da protagonista, disse che era troppo vecchio. Poi chiamò Cary Grant, che aveva quattro anni più del collega... Sia come sia, facciamo la conoscenza con il signor Thornhill (Grant, per l'appunto): scambiato per un’altra persona, rapito, minacciato, scampato per miracolo a un tentativo di omicidio, scopre alla fine di essere vittima di un enorme complotto internazionale. Riportiamo qui la famosa scena in cui un ignaro Thornhill viene attirato in una strada deserta per poi subire un tentativo di omicidio davvero pazzesco.

 

3) La finestra sul cortile

Incuriosito dalla storia d’amore tra Ingrid Bergman e il celebre fotoreporter di guerra Robert Capa, Hitchcock si ispira ai due piccioncini per creare i protagonisti di questo giallo magistrale. Sono il fotografo Jeff (James Stewart), immobilizzato da una frattura a una gamba, e la bellissima indossatrice Lisa (Grace Kelly, una delle ossessioni erotiche del regista). Ma il cuore del film non è certo la passione amorosa, bensì l’abitudine dell'uomo, costretto dal gesso a restare a casa per giorni interi, di osservare la vita quotidiana dei suoi vicini di casa. Una notte Jeff sente una donna gridare, e la mattina dopo scopre che una certa signora Thorwald è sparita. È l’inizio di un giallo memorabile.

 

4) Rebecca, la prima moglie

A Monte Carlo, una giovane donna conosce e sposa il ricco e aristocratico Massimo De Winter. Quest’ultimo è vedovo della prima moglie, Rebecca, con cui ha vissuto per anni in una meravigliosa casa. Nel castello, però, la signora Danvers, la governante, nutre ancora un’ammirazione incondizionata nei confronti della precedente padrona, e il ricordo ossessionante di lei conduce la nuova moglie alla gelosia e all'esasperazione. Fino al gran colpo di scena finale. La peculiarità di questo film è lo straordinario sottofondo di mistero e follia che perdura in tutta la storia, dal primo all’ultimo minuto.

 

5) Notorius, l’amante perduta

Una pietra miliare della produzione hitchcockiana, una spy story straordinaria, impreziosita da uno dei baci più celebri (e, per l’epoca, scandalosi) della storia di Hollywood. Cary Grant è Devlin, una spia americana che convince l’amata Elena (Ingrid Bergman), figlia di un agente nazista, a infiltrarsi tra i colleghi del padre. Lei accetta, ma le circostanze la costringono addirittura a sposarne uno; quando però l'uomo capisce che la moglie fa il doppio gioco, la situazione si complica... Un esempio mirabile di come si possa portare la tensione a livelli quasi insopportabili, senza usare urla, né sangue, né colpi bassi. La scena finale sulla scalinata è da cineteca.

 

Le comparse

Come si accennava, Hitchcock amava fare brevissime comparse entro i suoi film, minuscoli cameo che è pressoché impossibile notare. Li trovate?

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