Trovato morto oggi, nella sua casa

Un tocco di colore su Milano La rivoluzione luminosa di Fiorucci

Un tocco di colore su Milano La rivoluzione luminosa di Fiorucci
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Elio Fiorucci ci ha lasciato. Un gran peccato, perché pensarlo metteva allegria. Aveva 80 anni. Oggi si dice: Ah, non tanto vecchio allora!

No, non tanto vecchio. Dentro, poi, ancora meno.

È stato uno spuntato all’improvviso, di botto. Un giorno - era il 1967. Dunque il lugubre '68 era ancora di là da venire - si è passati in Corso Vittorio Emanuele, a Milano, e all’angolo con la Galleria Passarella, poco prima di piazza San Babila, c’era questa cosa colorata, strana, luminosa, allegra, da Carnaby Street. Era il negozio di Fiorucci. Un nome che fino ad allora voleva dire soltanto salumi. Sembrava un’idea un po’ stramba, nata lì per lì, come di cose in gran quantità e basso prezzo, e invece no: era pensato, molto pensato. Lo aveva progettato una scultrice, Amalia Del Ponte. Ricordava certe cose di Frank Stella - o le anticipava, chi sa. Musica ad alto volume. Non ci eravamo abituati. Ci avremmo fatto l’orecchio.

 

 

Tre anni dopo sarebbero arrivati i due angioletti (uno biondo e uno nero) destinati ad invadere il mondo. Li aveva realizzati l’architetto e designer Italo Lupi reinterpretando - dicono tutti, e dunque sarà così - un’immagine vittoriana. Scusate se osiamo dirlo, ma a noi fanno venire in mente piuttosto i due affacciati alla base della Madonna Sistina di Raffaello. C’è un po’ più di lavoro di appropriazione da pensare, ma a noi sembrano quelli. In ogni caso, da quel marchio in poi, gli angioletti di Raffaello hanno invaso il mondo.

Ma soprattutto Fiorucci ha invaso il mondo con la sua capacità di stare nel presente o, per meglio dire, di stare sulla sua soglia, in modo da poter sbirciare sul domani imminente prima che altri potessero anche solo lanciargli un’occhiata. E ci stava con un occhio particolarmente costruito, disegnato si direbbe, dal rapporto che intratteneva - insieme - col mondo della moda giovanile e con quello dell’arte e del design più avanzato. In Italia è passato quasi di soppiatto il Design Radicale di Andrea Branzi e dei suoi amici fiorentini, ma quel che ha generato - per esempio il Progetto Memphis passato sotto il nome di Ettore Sottsass jr. (l’uomo che sposò Fernanda Pivano per poi abbandonarla) - conteneva già - in germe - il concept, il modo di far circolare le merci, di Fiorucci.

 

 

Che nel '69 fece progettare lo storico negozio (locale, multistore o quel che sia) newyorkese Studio 54, appunto da Sottsass, e all’inaugurazione invitò niente meno che sua maestà Andy Warhol e la cantante giamaicana Grace Jones, la stessa che giorni fa, alla tenera età di 67 anni, è salita sul palco del Parklife di Manchester in topless e vestita solo di un body painting tribale. E vorrei vedere chi si azzarderebbe a darle l’età che ha.

 

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Quindici anni dopo, alla festa di compleanno dello Store, venne invitata «anche una giovanissima e ancora (semi) sconosciuta Madonna....(Lui si che ci vedeva lungo)»

Prosegue il blog abbandonato Bibanova il 27 febbraio 2012: «Il legame con l'arte si fà ancor più forte quando Elio Fiorucci chiama Keith Hering a dipingere in un happening a Milano, non in una galleria d'arte ma nel suo negozio che ricordiamo è stato uno dei primi ad essere un vero Multistore dove venivano venuti oltre a vestiti anche gadget,  accessori e oggetti dalla più svariata provenienza». Le imprecisioni ortografiche (Keith Hering, ad esempio, si scrive Haring e "venuti" si legge "venduti") provengono direttamente dall’originale e illustrano perfettamente non tanto lo stile (fantasioso ma rigorosisssimo, sotto i baffi) della maison quanto quello del suo pubblico di estimatori.

Uno stile fondamentalmente appropriativo, voracemente allegro, in cui l’invenzione rinasceva continuamente da immagini e oggetti che i surrealisti avrebbero chiamato trouvé, pronti per essere riciclati alla grande e immessi nel giro vorticoso del commercio mondiale. Poi, a un certo punto, vendette ai giapponesi, contro i quali vinse anche un complesso braccio di ferro a proposito del marchio.

L’altro giorno i suoi, non sentendolo rispondere al telefono, sono andati a vedere e l’hanno trovato morto. Ci dispiace che sia andata così. Ci dispiace davvero.

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