Andrea, di Ponte San Pietro, in Australia: «Il senso d'impotenza davanti a quel cielo nero»
Bonanomi, residente a Brisbane, ha vissuto in prima persona l'impeto devastante del tornado. La testimonianza di quei giorni

di Laura Ceresoli
Mentre il ciclone Alfred si abbatteva con furia sulla costa orientale australiana, trasformando città vivaci in paesaggi desolati, un bergamasco si trovava nel cuore della tempesta. Andrea Bonanomi, 36 anni, originario di Ponte San Pietro ma residente a Brisbane, ha vissuto in prima persona l'impeto devastante del tornado, offrendo una testimonianza diretta di quei giorni drammatici.
«Il cielo era cupo per giorni, le piogge consistenti come i fischi delle vetrate – racconta Bonanomi –. Si capiva quanto vasto potesse essere, da quella sensazione di impotenza e piccolezza a confronto con la vastità di quella macchia tenebrosa».
Formatosi il 20 febbraio 2025 nel Mar dei Coralli, Alfred ha seguito un percorso imprevedibile, intensificandosi fino a raggiungere la categoria 4 prima di indebolirsi leggermente e colpire la terraferma l'8 marzo come depressione tropicale.
Nonostante l'indebolimento, le sue piogge torrenziali hanno causato gravi inondazioni nel sud-est del Queensland e nella costa settentrionale del Nuovo Galles del Sud. Almeno una persona ha perso la vita a causa del ciclone, mentre altre quattro risultano disperse.
Diversi feriti sono stati segnalati, principalmente a seguito di una collisione stradale che ha coinvolto le forze armate australiane durante il culmine della tempesta.

A Brisbane, dove risiede Bonanomi, la situazione è rapidamente peggiorata: «Martedì 4 marzo la situazione era già esponenzialmente peggiorata, con circa 24 mila abitazioni evacuate da Noosa a Coolangatta, con Brisbane nel mirino dell’epicentro di Alfred – ricorda –. Nella giornata di mercoledì tutti i mezzi pubblici sono stati dichiarati fermi fino a data da stabilire, gli uffici si svuotavano velocemente, come ristoranti, market e uffici nel centro città».
Le autorità locali hanno emesso avvisi di evacuazione per diverse aree, con oltre 20 mila persone (...)