Giorgio Faletti, sono già due anni I suoi quattro volti da artista

Si è spento stamattina all’ospedale Molinette di Torino due anni fa esatti, il 4 luglio 2014. Aveva 63 anni e solo pochi mesi prima aveva scoperto di avere un tumore, trovandosi costretto ad annullare gli spettacoli in programma. Lo aveva fatto senza drammatizzare, con piccolo congedo anticipato dalla vita: «Cari amici - si leggeva sul sito ufficiale - purtroppo a volte l’età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia. Ho dovuto a malincuore rinunciare alla pur breve tournée per motivi di salute legati principalmente alle condizioni precarie della mia schiena, che mi impedisce di sostenere la durata dello spettacolo. Mi piange davvero il cuore perché incontrare degli amici come voi è ogni volta un piccolo prodigio che si ripete e che ogni volta mi inorgoglisce e mi commuove. Un abbraccio di cuore. Giorgio». Ma chi è stato, davvero, Giorgio Faletti?
L'uomo. Umorismo gentile e intelligenza veloce. Uno spiccato talento per l'ironia e la sensibilità di uno che sa scrivere e sa vedere in profondità, ma non lo fa pesare. Era sposato da una vita con l'architetto Roberta Bellesini, originaria di Asti come lui, «la sua anima gemella» e la sua ispirazione: «Con Roberta avevamo un tormentone. Arrivavo da lei piagnucolando come un bambino e dichiaravo: ho un accenno di trama ma non ho stile. E lei, come si fa con i bambini, mi dava il budino». La domenica tifava Ferrari, Juventus e Ducati. Aveva già superato un ictus, ha saputo non indugiare nel dolore davanti ad un tumore. E quando gli chiedevano qual era la sua frase preferita, un po' per metterlo in difficoltà e un po' per lodarlo, in risposta sorrideva: «La leggenda non vive. La leggenda vive anche dopo la morte».
L'attore. Laureato in giurisprudenza, inizia la carriera come cabarettista nel locale milanese Derby negli anni Settanta, nello stesso periodo in cui sul palco del locale circolano Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Massimo Boldi,Paolo Rossi e Francesco Salvi. In televisione è ad Antenna 3 e, nel 1983, compare al fianco di Raffaella Carrà in Pronto Raffaella. Nel 1985 è uno dei personaggi del programma televisivo di Antonio Ricci Drive In. Il suo personaggio più famoso è il poliziotto Vito Catozzo, ma ne interpreta anche altri come Carlino, Suor Daliso, il testimone di Bagnacavallo. Poco dopo è a fianco di Zuzzurro e Gaspare in Emilio, dove crea il personaggio Franco Tamburino, stilista di Abbiategrasso. Partecipa anche a Fantastico nel 1990 al fianco di Pippo Baudo, Marisa Laurito e Jovanotti e poi a Stasera mi butto... e tre! con Toto Cutugno. Anni dopo, nel 2006, recita nel film Notte prima degli esami interpretando l'indimenticabile Prof. Antonio Martinelli, "la carogna", spietato docente di lettere. La sua interpretazione riceve la nomination al David di Donatello come migliore attore non protagonista. Di nuovo sul grande schermo al fianco di Nicolas Vaporidis, interpreta, nel film Cemento armato (2007), il Primario, vendicativo boss della mala, che perseguita crudelmente il giovane protagonista. Due anni dopo recita nel film Baarìa di Giuseppe Tornatore e nel film Il sorteggio di Giacomo Campiotti, dove interpreta il sindacalista Gino Siboni.
Il cantante. Inizia a frequentare il mondo della musica nel 1988, quando pubblica il mini-album Colletti bianchi, colonna sonora del telefilm omonimo che lo vede fra i protagonisti. Nel 1991 suo secondo disco, Disperato ma non serio, che contiene tra le altre canzoni, Ulula, uno dei brani più trasmessi in radio nell'estate 1991. Sempre quell'anno scrive per Mina che canta una sua composizione,Traditore, e la include in Caterpillar. Nel 1992 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo in coppia con Orietta Berti con la canzone Rumba di Tango, inserita poi nel suo terzo album Condannato a ridere. Nel 1994 è nuovamente al Festival di Sanremo, dove si classifica al secondo posto, sfiorando per una manciata di voti la vittoria, e si aggiudica il Premio della critica con la commovente e indimenticabile canzone Signor tenente ispirata alle stragi di Capaci e di via D'Amelio, inserita nell'album Come un cartone animato prodotto da Danilo Amerio e premiato con un disco di platino. Nel 1995 al Festival di Sanremo canta L'assurdo mestiere, una sorta di preghiera-ringraziamento a Dio, rivelando una vena malinconica e riflessiva. Sempre nel medesimo festival partecipa come autore della canzone Giovane vecchio cuore cantata da Gigliola Cinquetti. L'album omonimo del 1995, L'assurdo mestiere, vince il Premio Rino Gaetano per la parte letteraria delle canzoni. Scrive canzoni anche per Fiordaliso (Mascalzone), due canzoni dell'album Camminando camminando (1996), e tutto l'album Il dito e la luna (1998), entrambi di Angelo Branduardi. Di quest'ultimo album fa parte Il giocatore di biliardo, uno dei più recenti successi di Branduardi. Nel 2000 pubblica per NAR International Nonsense, sesto e finora ultimo album.
Lo scrittore. Nel 2002 Giorgio Faletti sorprende la critica pubblicando il suo primo thriller che si intitola Io uccido, che non ha nulla da invidiare ai capolavori americani e che vende più di quattro milioni di copie. Alla fine dello stesso anno viene colpito da un ictus che fortunatamente riesce a superare senza conseguenze serie. Nel 2004 esce il secondo romanzo Niente di vero tranne gli occhi, che al momento ne ha vendute tre milioni e mezzo. Il maestro del thriller Jeffery Deaver, ha detto di lui e del suo lavoro: «Uno come Faletti dalle mie parti si definisce "larger than life", uno che diventerà leggenda». Nel 2005 è testimonial per una campagna per la tutela del diritto d'autore. Nello stesso anno riceve dal Presidente della Repubblica il Premio De Sica per la Letteratura e vince il Premio letterario La Tore isola d'Elba, poi assegnato, tra gli altri, a Camilleri, Vitali, Volo e Cazzullo. Nel 2008, è stata pubblicata la sua prima raccolta di racconti, intitolata Pochi inutili nascondigli (Baldini Castoldi Dalai editore, 2008), che arriva tra i finalisti del Premio letterario Piero Chiara edizione 2009. Nella primavera del 2009 esce il suo quarto romanzo, Io sono Dio (Baldini Castoldi Dalai editore, 2009).