L'addio

Azzano San Paolo, morto l'ex vicesindaco Memmo Giovelli

Aveva 75 anni. Era un uomo sempre occupato ad aiutare il prossimo attraverso il suo impegno sociale, politico e umano

Azzano San Paolo, morto l'ex vicesindaco Memmo Giovelli
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di Laura Ceresoli

Si chiamava Guglielmo Giovelli, ma in paese era per tutti Memmo. La sua scomparsa all'età di 75 anni ha riacceso molti ricordi nei cuori di chi ha intrecciato la sua strada. Già, perché lui era un uomo sempre occupato ad aiutare il prossimo, attraverso il suo impegno sociale, politico e umano.

Nato a Zanica nel 1946, si era trasferito ad Azzano nel 1973 dopo il matrimonio con Raffaella con la quale ha avuto due figli, Luca e Fabio. Fin da subito si è inserito nella comunità prendendo le redini da don Agostino del «Gruppo per malati», un'associazione di volontariato che per trent’anni ha assistito le persone malate, anziane e sole. Si è poi dedicato anche alla pubblica amministrazione. È stato impegnato per i più fragili e gli anziani nel periodo dei sindaci Giuseppe Barachetti e Mino Centurelli. È stato consigliere comunale con i sindaci Gian Battista Maffioletti e Leonio Callioni. Con quest’ultimo ha rivestito anche la carica di vice sindaco. Si è sempre impegnato in prima persona, portando avanti la sua «politica di servizio», come lui la chiamava. Moltissime attività sono nate con lui, alcune dalle sue idee, altre dal suo sostegno: la casa di riposo, il parco Beslan, i medici associati, servizi di prevenzione sanitaria.

«Noi in famiglia abbiamo sempre respirato questo suo altruismo, abbiamo vissuto i suoi esempi - racconta il figlio Luca Giovelli -. Ricordo il malato di Parkinson che accompagnava a messa la domenica mattina, i molti ragazzi in difficoltà che passavano le giornate a casa nostra, i tanti malati terminali che ha assistito fino all’ultimo, le persone con problemi di droga e alcolismo. Lui stava vicino veramente agli ultimi. E in questi giorni, moltissime persone che sono venute a casa per l’ultimo saluto lo hanno ricordato come l’uomo che li ha aiutati. Ci dicevano: “Ha creduto in me e mi ha aiutato a portare avanti i miei progetti”; “Quando mio padre era in ospedale a Milano e io solo ragazzina, Memmo mi veniva a prendere e mi portava a trovarlo”; “C’è stato un periodo della mia vita in cui ero depresso e Memmo mi è stato vicino aiutandomi a riapprezzare la mia vita”; “È stato un ottimo amministratore comunale”. Moltissime persone hanno detto “Memmo è stato come un secondo padre per me”. E pur facendo tutto questo, è stato un padre e marito molto presente, un bravo imprenditore, un amante del calcio (ha sempre fatto due partite di calcio a settimana fino a pochi anni fa con i suoi amici) e un ottimo amico per tantissime persone. Noi da figli abbiamo vissuto il suo esempio di aiuto al prossimo, il suo ottimismo. Memmo era una persona solare con un grande amore e rispetto per la vita. L’ultima iniziativa che avrebbe voluto organizzare è il “Dopo di noi”, una casa in grado di far convivere le famiglie con i propri figli diversamente abili, permettendo una vita insieme, ma con il sostegno e le autonomie necessarie. Ora sarà compito nostro. Memmo è nel cuore di moltissime persone che lui ha aiutato».

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