Una cosa da raccontare in pausa pranzo

La curiosa storia della chiocciolina

La curiosa storia della chiocciolina
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La chiamiamo chiocciola o chiocciolina. Gli specialisti usano l’inglese “at”. Insomma stiamo parlando di lei: @. Oggi tutti la usiamo quotidianamente per almeno due ragioni. Innanzitutto è parte integrante di ogni indirizzo email e, da un po’ di tempo a questa parte, su Twitter, collocata prima del nome, indica a chi è indirizzato un tweet o un particolare messaggio. Il suo utilizzo è per noi qualcosa di usuale e scontato, ma fino a poco tempo fa in pochi sapevano della sua esistenza. Eppure è nata – forse non ci crederete – secoli fa, quando ancora il mndo digitale non esisteva. Poi fu dimenticata. E alla fine tornò alla ribalta. Come mai?

A riportare in auge questo simbolo fu Ray Tomlinson nel 1971. Era un ricercatore del Mit e stava lavorando sul progetto Arpanet, il progenitore della nostra rete internet. Installò proprio su Arpanet un sistema in grado di scambiare messaggi. E per poterli inviare utilizzò il simbolo @ a separare l’utente dal computer (la chiocciola fece da elemento divisore tra il nome del titolare dell’indirizzo e il computer o la rete utilizzata). Così nacquero gli indirizzi email. Il primo messaggio inviato aveva un testo che riportava lettere a caso. Era un messaggio di prova e non ci sono notizie chiare sul suo contenuto. In tanti sul web scrivono che il messaggio consisteva delle lettere della prima riga della tastiera, scritte una dopo l’altra: “qwertyuiop”. Ma questo non importa. Importa, invece, come gli venne in mente di utilizzare proprio quel simbolo: lo aveva visto su una vecchia macchina da scrivere, dove la chiocciolina aveva addirittura un tasto tutto suo, pur non essendo praticamente più utilizzata da nessuno.

 

 

La sua origine.  La chiocciola è un simbolo usato sin dall'antichità e le storie che ne descrivono l'origine sono tantissime, come spiega un articolo di Repubblicadi qualche tempo fa, un’intervista a Giorgio Stabile, docente di Storia della scienza dell'Università La Sapienza di Roma, che ne ha ricostruito l’origine. A quanto pare, era un simbolo già in uso nel 600-700 dopo Cristo, presso i mercanti veneziani. La @ era un grafema che rappresentava l'anfora, utilizzata allora come misura di peso e capacità.

La tesi del professor Stabile si basa sulla consultazione di una raccolta di documenti mercantili italiani di proprietà dell'Istituto internazionale di storia economica Francesco Datini di Prato. In realtà, la ricerca era cominciata dal mondo anglosassone, dove, nei caratteri tipografici del secolo scorso, la @ assumeva il significato di at a price of, al prezzo di. Un simbolo, quindi, che per molti secoli è stato utilizzato nell’ambiente dell’economia e del commercio e che ad un certo punto, prima di sparire tra i ricordi della storia, è stato salvato dall’oblio grazie al mondo digitale.

Le mail che oggi inviamo. Dalla prima mail inviata da Ray Tomlison nel 1971 si sarebbero dovuti aspettare ancora un po’ di anni prima che la posta elettronica divenisse qualcosa di uso quotidiano. Nel 1978 Shiva Ayyadurai, un liceale indiano sviluppò il concetto di email secondo il formato moderno che oggi conosciamo e quattro anni dopo arrivò la spedizione della prima email moderna. Poi fu la volta delle mailing list e, negli anni Ottanta, delle emoticon dentro ai messaggi virtuali. Al 1994 risale, invece, il primo messaggio di posta elettronica contenente un virus. E oggi ogni giorno vengono inviate nel mondo miliardi e miliardi di mail. Sono numeri difficili da immaginare. In questo momento, mentre leggete, milioni di persone stanno inviando messaggi su messaggi dalla propria casella di posta elettronica.

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