Storia delle GIF, immagini animate che adesso sono diventate un cult
Se parlassimo di “formato di interfaccia grafico”, probabilmente tutti quanti voi inarchereste le sopracciglia. Se dicessimo “Graphic Interface Format”, forse qualcuno inizierebbe a capire. Ma se invece, semplicemente, vi parlassimo di GIF, siamo certi che tutti (o quasi) capirebbero. Non c’è dubbio, infatti, che sono loro il nuovo fenomeno web del momento. E la cosa stupisce se si considera che non sono altro che immagini animate, le quali però da diversi mesi spopolano in ogni sito, blog o social. Immediato, democratico, easy: sono questi i tre aggettivi che hanno permesso al formato GIF di conquistare i cuori di tanti prima e la rete poi. A differenza di altri “prodotti web”, infatti, le GIF sono facili da realizzare e hanno la stessa forza d’impatto sul pubblico dei brevissimi filmati su cui ha puntato Vine, senza riuscire a ottenere lo stesso successo. Non stupisce dunque che sempre più brand, in questo inizio di 2016, abbiano ideato campagne pubblicitarie online utilizzando soltanto le GIF. Ci sono anche siti, come BuzzFeed, diventati un fenomeno di culto anche grazie al massiccio e intelligente uso di queste immagini animate.
Giphy, la fabbrica della GIF. Oltre a tutto questo, gran parte del merito del successo delle GIF è di Giphy, cioè un sito appositamente pensato per la creazione e la condivisione delle clip animate. Perché le GIF non sono nate ieri, esistono da tempo, ma nessuno aveva fino ad oggi scommesso su di loro e sulle loro potenzialità. Almeno fino all’inverno del 2012, quando il programmatore Alex Chung, davanti a qualche birra e un gruppo di amici, si ritrovò quasi per caso a decantare i pregi delle GIF in una società post-alfabetizzata, dove è l’immagine a colpire più del testo. E così, quasi per caso, Chung iniziò a pensare a una tecnologia che fosse in grado di dare a tutti l’opportunità di scoprire il fantastico mondo delle immagini in movimento, visto che, con suo stupore, ancora nessuno ci aveva pensato.
[Alex Chung (a sinistra) e Adam Liebsohn (a destra), fondatori di Giphy]
Tra un impegno e l’altro, il programmatore iniziò a lavorare al suo progetto. Chung, sebbene poco famoso, era già noto nel settore per aver collaborato a diverse start-up legate a Google, Mtv e Intel. In quel periodo, però, si era preso un anno sabbatico per «ritrovare sé stesso e dedicarmi all’arte del jiu jitzu brasiliano». Sì, è un tipo strano. E un tipo così non poteva che trovarne un altro altrettanto strano per dare vita al suo progetto. La seconda mente dietro Giphy, infatti, è Adam Leibsohn, filosofo ora Chief Operating Officer del sito. Durante una chiacchierata con Leibsohn, Chung ritrovò in questo riccioluto personaggio la sua stessa convinzione, ovvero che la lingua scritta fosse oramai superata nell’online, soprattutto perché lascia troppo spazio alle interpretazioni dei singoli. Una teoria che Leibsohn ha mutuato dal filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein e che portò Chung a imbarcare nel suo progetto anche lui.
Il fenomeno delle GIF (e Giphy). Dopo diversi mesi di confronto, di lavoro al pc e svariate bevute in compagnia, la versione beta di Giphy era pronta. Chung inviò il link ad alcuni amici per sapere cosa ne pensassero. Risultato: in poche ore dalla messa online, il sito raggiunse l’incredibile quota di 30mila visualizzazioni di pagina. Un numero pazzesco, che stupì anche Chung e Leibsohn, ma non più di tanto: «Pensammo che fosse un fenomeno momentaneo – ricorda oggi il programmatore –, ma quello stesso giorno ricevemmo anche diverse offerte di persone disposte a investire nel progetto». Tra queste anche l’offerta della Betaworks, società informatica che aveva contribuito al lancio di Kickstarter (la famosa piattaforma di crowdfunding) e che per Giphy ha messo sul piatto circa 1 milione di dollari. Da subito, però, Chung e Leibsohn hanno preferito occuparsi della crescita del fenomeno piuttosto che dei ricavi che avrebbero (e in parte hanno) ottenuto dallo stesso. Il boom tanto atteso è arrivato nel 2015: 95 milioni di visitatori unici al mese di media e le GIF diventate un vero fenomeno di costume in tutto il web. È chiaro però che ciò non basta: al momento, infatti, Giphy non ha pubblicità sul proprio sito e sebbene ci sia chi dice che presto arriveranno, è un’altra la strada scelta dai suoi due fondatori per continuare a crescere, e cioè quella della consulenza per grandi marchi e aziende.
L’anno passato il portale ha raccolto circa 24 milioni di dollari d’investimenti grazie alla collaborazione con potenti brand, desiderosi di aprirsi al mondo della GIF e ideare massicce campagne pubblicitarie online basate proprio su questo formato. NBA, Victoria’s Secrets, Subway, HBO: sono solo alcune delle più importanti realtà che si sono rivolte a Chung e Leibsohn e a Giphy. Questa collaborazione, infatti, offre ai brand e alle aziende contenuti fantasiosi e inediti a prezzi ridottissimi. Non è folle dunque pensare che il futuro della piattaforma risieda nel business delle consulenze aziendali, finanziando con questo anche il suo lato più “ludico”, ovvero la creazione e la condivisione di GIF. I margini di crescita di questo fenomeno sono ancora enormi e siamo certi che nel 2016 continueremo ad essere bombardati di immagini in movimento. Con nostro estremo piacere.