Scommesse, facciamo chiarezza Quanto rischia ancora l'Atalanta

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È una questione di giorni. Entro lunedì, il Pubblico Ministero di Cremona, Di Martino, formalizzerà le richieste di rinvio a giudizio per l’ultimo troncone dell’inchiesta sul calcioscommesse: sono 120 le persone coinvolte in attesa di conoscere la decisione del magistrato. Fra queste, il più noto è sicuramente Antonio Conte: nei suoi confronti, l’accusa ipotizza la frode sportiva, in relazione alla partita di Serie B fra Albinoleffe e Siena, valida per l’ultima giornata di campionato 2010-2011. Il ct, che ha sempre proclamato la sua innocenza, chiederà il rito immediato: non attenderà cioè la decisione del gip, chiamato a pronunciarsi sulle richieste del Pm, nella speranza che la sentenza venga emessa prima dell’Europeo 2016.

Fra i nomi di spicco, in chiave atalantina figurano Doni, Colantuono e Zamagna, in relazione alla partita Crotone-Atalanta: Colantuono e Zamagna hanno sistematicamente proclamato la loro estraneità ai fatti. Quanto all’ex capitano, le conseguenze del suo comportamento sono state devastanti, per lui e per l’Atalanta che ha già dovuto scontare complessivi 6 punti di penalizzazione. Basta cliccare su Wikipedia per rinfrescarsi la memoria: il 1º giugno 2011 Doni viene indagato nell'ambito dell’Operazione Last Bet, inchiesta sulle scommesse illegali nel calcio. Il 26 luglio il giocatore viene deferito dalla Figc: l'accusa è di illecito sportivo. Il 3 agosto il procuratore federale Stefano Palazzi chiede per Doni una squalifica di tre anni e sei mesi relativa all'illecito sportivo. Il 9 agosto la richiesta viene accolta dalla Commissione disciplinare della FIGC e quindi al giocatore viene confermata la squalifica. Un secondo filone dell'indagine della procura di Cremona porta, il 19 dicembre 2011, all'arresto di Cristiano Doni e di altre 16 persone. Il 31 maggio 2012, ai tre anni e sei mesi, ne vengono aggiunti ulteriori due in seguito al patteggiamento riferito al secondo filone dell’inchiesta di Cremona, per un totale di cinque anni e sei mesi di squalifica. Il 9 febbraio 2015 la procura di Cremona termina le indagini e formula per lui l'accusa di associazione a delinquere.

Intanto, in attesa delle risoluzioni della magistratura, in queste ore si sono rifatti vivi gli avvoltoi che già avevano svolazzato sull’Atalanta nell’estate del 2011: ricordate gli indimenticabili servizi di una tv che definiva “già scolorate” le bandiere nerazzurre esposte alle finestre di Bergamo per festeggiare il ritorno in A, in quanto la squadra sarebbe stata sbattuta in Lega Pro? Bene. Anzi male. Fra prefiche e cassandre, c’è già chi ipotizza addirittura una retrocessione della squadra. In realtà, può esistere il rischio di una penalizzazione, in caso di sentenza di condanna dei tesserati davanti alla giustizia sportiva. Ma disegnare ora scenari apocalittici è totalmente fuori luogo, oltre che prematuro e inutile. Peraltro, i profeti di sventura che circolavano dell’estate 2011 portarono pure fortuna: sul campo l’Atalanta partita da -6 conquistò 52 punti, un record storico. Mai mollare.

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