Ha il carattere dei bergamaschi Questa Atalanta non molla mai

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Questa Dea ha il carattere dei bergamaschi. Non molla mai. È irriducibile. Esce dal campo con la maglia sudata sempre. E il pareggio di Napoli vale una vittoria perché strappato a una grande squadra con la forza della grande squadra, degna del terzo posto in classifica che continua a occupare con pieno merito.

Per due volte in svantaggio, per due volte l’Atalanta ha rimontato. Tignosa, tosta, votata a non arrendersi poiché convinta di riuscire a riagguantare i partenopei. E così è stato. È vero, anche in occasione delle reti di Maksimovic e di Milik la difesa ha steccato e, di nuovo, un errore individuale (de Roon) ha spianato la strada agli avversari. Però, pagato questo dazio, come si fa a non lodare la compattezza di un gruppo che, anche quando va sotto, dà sempre l’impressione che nulla sia perduto e tutto possa essere rimesso a posto?

Come a Manchester, Gasperini ha rinunciato in partenza sia a Muriel sia a Malinowski, affrontando il Napoli senza la punta centrale. La partenza degli avversari è stata splendida, il gol di Maksimovic il naturale sbocco della loro evidente superiorità La Dea ha avuto il merito di non disunirsi, ha trovato il pareggio grazie alla papera di Meret, ha risposto colpo su colpo per larghi tratti della ripresa, sino al guizzo di Milik pareggiato da Ilicic con uno dei suoi colpi di classe, prima della bagarre finale.

Se Napoli doveva essere l’esame di maturità per le ambizioni nerazzurre, l’esame è stato superato a pieni voti da un collettivo che marcia a ritmi forsennati e ha portato a 30 i gol segnati in 10 partite, all’impressionante, rotonda media di 3 gol a partita. Addirittura, se Meret non si fosse riscattato con quel colpo di reni che in pieno recupero ha neutralizzato il tiro di Ilicic, probabilmente ora staremmo celebrando un’impresa clamorosa.

Ma va bene, va molto bene così. Ha ragione Papu Gomez, quando, dopo il 2-2, in tv gli hanno chiesto se l’Atalanta possa essere il Leicester d’Italia. «Seguiamo la stessa strada del campionato scorso, andiamo avanti partita per partita, cerchiamo di vincere sempre e poi, a marzo, si vedrà». Parole sagge di un giocatore che ne aveva pronunciate molte altre importanti, prima del calcio d’inizio, intervistato da Hablemos de futbol: «Gioco a Bergamo da cinque anni, da tre anni sono il capitano. Sono stato fra i protagonisti della crescita del club. La società migliora di anno in anno e sta facendo passi da gigante. Sono totalmente attaccato a questi colori da non vedermi in altre società. Molto probabilmente chiuderò la carriera con la maglia dell’Atalanta. Bergamo mi piace molto, si vive benissimo qui. E qui resterò a vivere».

Dopo Gasperini, sappiamo già chi sarà il prossimo atalantino a diventare cittadino onorario di Bergamo.

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