Babbo Natale portaci un bomber altrimenti si va in serie B

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Grazie Zeman, grazie Bisoli, grazie Donadoni.

Non suoni né irriverente né irriguardoso il deferente pensiero rivolto dai tifosi nerazzurri ai tecnici di Cagliari, Cesena e Parma: se non ci fossero state le sconfitte di Cagliari, Cesena e Parma, oggi la classifica dell'Atalanta piangerebbe ancora di più.

Come accadde a Torino, l'unica nota positiva è il punto di Empoli, il quinto pareggio in 13 partite (2 vittorie, 6 sconfitte, 5 gol segnati peggior attacco dei primi cinque campionati europei, 13 subiti). Ma vedere Denis fare lo stopper a un metro da Sportiello, al 42' del secondo tempo, svirgolando in corner un rinvio da brividi, suscita al tempo stesso tenerezza e malinconia. Acuita da una crescente inquietudine: l'Atalanta conta 11 punti in classifica dopo 13 giornate: se l'obiettivo è pareggiare tutte le prossime 25 gare, basta dirlo. Pur sapendo bene che, forse non  basterebbe, ammesso e non concesso sia 40 la quota salvezza.

Per questo, la letterina in vista del 25 dicembre, ha un testo lapidario: "Caro Babbo Natale, porta una punta all'Atalanta, sennò si va in B".

La crisi di Denis sta diventando fonte di angoscia collettiva, in primis  di Colantuono che non sa più dove sbattere la testa e merita solidarietà, anche perché Bianchi non la mette dentro manco a porta vuota e Boakye è fuori per squalifica.

Che cos'ha il capitano, con tutto il rispetto per i problemi personali che l'hanno assillato in estate e di cui ha dato conto nell'intervista rilasciata alla Gazzetta prima di scendere in campo ad Empoli?

Ha confidato l'argentino: "L'inizio è stato molto faticoso: intanto ho cominciato la preparazione con due settimane di ritardo perché mio figlio, appena nato, ha avuto gravi complicazioni. Sono tornato in Italia, ma non c'ero con la testa. Poi ho avuto qualche problema fisico, ma adesso sto bene". Però Denis non segna più. Qui sta il punto.

Intanto, Stendardo, ancora una volta si conferma il migliore in campo, mentre auguriamo al commovente Raimondi di tornare presto: se la fortuna è cieca la scalogna ci vede benissimo e ci mancava solo l'infortunio di uno fra i giocatori più rappresentativi, più generosi, più atalantini che ci siano in circolazione.

Ora tocca a Marino e a Sartori segnare il gol più importante della stagione, non appena si apre il mercato di gennaio. Prima, però, la squadra onori la Coppa Italia con l'Avellino e cerchi di battere il Cesena. Se è vero che quando il gioco si fa duro i duri entrano in gioco, questo non è il tempo delle mammolette. Questo è il tempo di fare l'Atalanta.

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