Una storia da film

Catturato Frank "ali della libertà" La sua fuga è durata 56 anni

Catturato Frank "ali della libertà" La sua fuga è durata 56 anni
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Una fuga lunga 56 anni, l’impressione di avercela fatta, e infine l’arresto: è una storia da film quella di Frank Freshwaters, che nel 1959 evase da un carcere americano per poi ritrovarsi, a 79 anni, nuovamente dietro le sbarre.

Questa incredibile vicenda affonda la sue radici nel luglio del 1957, nell’Ohio, Stati Uniti. L’allora ventitreenne Frank Freshwaters fece un brutto incidente stradale, nel quale rimase uccisa una persona. Il processo decretò che la colpa fosse sua, e così scattò la condanna: 5 anni di galera. Ma provate a dire a un ragazzo poco più che ventenne che dovrà scontare i migliori anni della sua gioventù in una cella: vi risponderà, naturalmente, che non ne ha la minima intenzione. E Frank non fece eccezione. Qualche mese da detenuto modello, la conseguente concessione della libertà vigilata, e alla prima occasione via, tentò la fuga. Un tentativo maldestro, ostacolato e bloccato pressoché sul nascere, ma al giudice non andò proprio giù, e così arrivò una batosta molto peggiore: i 5 anni divennero 20.

I primi anni di questa nuova condanna Frank li scontò presso un riformatorio, quello stesso luogo che anni dopo fu teatro del celebre film Le ali della libertà (ben 7 nomination agli Oscar, fra cui quella di Miglior Film), guarda caso una storia che racconta proprio di un’evasione. Dopo poco tempo venne trasferito nel campo di lavoro Sandusky Honor Farm, il tipico luogo di prigionia attiva dove si spaccano pietre e altre cose inutili del genere; tutti coloro che hanno visto Così è la vita di Aldo, Giovanni e Giacomo capiscono di cosa si stia parlando. Ora, una domanda retorica: ma se Freshwaters non aveva la minima intenzione di passare 5 anni in prigione, cosa avrà mai potuto pensare di 20? Esatto. Sette mesi lì e tentò, nel 1959, un’altra fuga. Che questa volta, però, riuscì.

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Frank si costruì una nuova vita, con tanto di patente e carta d’identità nuove di zecca. Frank Freshwaters divenne ufficialmente William Harold Cox. Polizia locale e federale si diedero un gran da fare per scovarlo, ma nulla, Frank era sparito. Tanto che, dopo qualche anno, si decise di chiudere il caso per rassegnazione. Ma, colpo di scena, Freshwaters venne riavvistato nel 1975 a Charleston, nel West Virginia, e immediatamente arrestato. Processo, dalla condanna pressoché scontata, ma attenzione: per avere una pronuncia effettiva occorreva che fosse il tribunale dell’Ohio, sua terra d’origine, a giudicarlo, ed era quindi necessaria un’estradizione. Che però, per un qualche insondabile mistero, il giudice della Corte del West Virginia si rifiutò di concedere. Ci fu un po’ di caos, dunque, con trasferimenti continui per il buon Freshwaters, durante uno dei quali, ebbene sì, riuscì a fuggire nuovamente.

Da quel momento e per i successivi 40 anni di Frank Freshwaters si perse definitivamente ogni traccia. Ma questa volta le forze dell’ordine avevano deciso di fare sul serio, mettendogli alle calcagna la divisione Cold Case (sì, proprio quella della serie tv), che si occupa di fuggitivi pericolosi. Ma nonostante questo autorevole dispiegamento di forze, nessun minimo segno né di Frank Freshwaters né di William Harold Cox.

 

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Circa un anno fa, arriva sul banco della Polizia della Florida una notizia decisamente interessante: a Melbourne, cittadina della penisola, c’è un vecchio autista in pensione che vive in una roulotte isolata dal resto della gente e che percepisce un sussidio federale dallo Stato della Florida. L’uomo in questione, secondo i dati amministrativi, aveva un nome ben preciso: William Harold Cox. Iniziarono allora mesi di pedinamenti e controlli, per studiare il soggetto e capire se effettivamente fosse l’uomo di cui si erano perse definitivamente le tracce (perché comunque, come dire, 40 anni un certo effetto sull’aspetto li fanno). Capito che con buona probabilità si trattava di Frank, un giorno la Polizia si presentò alla roulotte con la scusa di una firma su un documento burocratico. Frank/William firmò senza problemi, lasciando le impronte digitali sul foglio, le quali, una volta analizzate dalla scientifica, certificarono che quell’uomo era proprio l’evaso di mezzo secolo prima.

Gli agenti sono tornati alla roulotte, niente meno che lunedì 4 maggio 2015, si sono fatti aprire la porta, e senza nemmeno pronunciare una parola hanno posto di fronte a quel vecchio autista in pensione una foto segnaletica di un Freshwaters poco più che ventenne. La risposta è stata un capolavoro di ironia: «Non lo vedo da molto tempo». Di lì a pochi minuti, appena 4 giorni fa, si è conclusa la fuga di uno degli evasi più longevi di sempre. Uno che, per davvero, ce l’aveva quasi fatta.

 

 

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