Nic, da 10 anni tifoso a Dublino «Al pub ora si parla della Dea»
Una passione iniziata con Piotti, Magnocavallo e Agostinelli e una vita che lo ha portato a Dublino da dove comunque riesce a seguire ogni domenica l’Atalanta. In mezzo alcune esperienze indimenticabili, come quella volta in cui a Buenos Aires, di ritorno da una partita del Boca, iniziò un dialogo fitto con un tassista argentino che si concluse con tanti ricordi di Caniggia e degli altri sudamericani passati in nerazzurro. Nic è un tifoso atalantino originario della Valle Camonica che vive in Irlanda da oltre 10 anni. La sua fede orobica non si è mai affievolita nemmeno a tanti chilometri di distanza da Bergamo e il segreto, forse, sta in quei 2-3 viaggi che ogni anno si regala per tornare al Comunale e sostenere la Dea.
Una passione targata anni Ottanta. Quando nasce la passione di un bresciano che tifa Atalanta e vive in Irlanda? «I primi ricordi da stadio - racconta Nic - sono dell'Atalanta di Piotti, Magnocavallo, Agostinelli, più o meno a metà anni Ottanta. Amici di famiglia abitavano proprio in viale Giulio Cesare, e spesso si scendeva a Bergamo a trovarli e vedere la partita. Nonostante le squadre in campo e i 90 minuti da assaporare, io passavo quasi la metà del tempo con lo sguardo verso la Curva Nord o i tifosi ospiti». Una volta andato a vivere in Irlanda la passione è rimasta. «Vivo a Dublino da oltre un decennio, il tutto è stato abbastanza casuale ma ormai qui mi sento a casa. L'ultima partita vista da residente in Italia è stata Atalanta-Roma del 2005, quello 0-1 firmato Cassano sancì la nostra retrocessione, ma non posso dimenticare il giro di campo del gruppo guidato da Delio Rossi tra gli applausi della folla. Una dimostrazione di attaccamento e maturità del pubblico atalantino più unica che rara in Italia. Oggi cerco di venire allo stadio almeno due o tre volte a stagione. L'anno scorso ho fatto Verona, Juventus e Roma mentre quest'anno finora sono riuscito a scendere solo con il Toro a novembre. Spero di fare almeno un'altro paio di partite prima della fine della stagione. In genere cerco di privilegiare le sfide più sentite, ma sono sceso anche per partite contro Ascoli o Empoli quando eravamo in Serie B: a volte l'astinenza da stadio è troppo forte e si parte».
Agosto, escono i calendari. Nonostante la lontananza, le parole del ragazzo della Valcamonica sono cariche d’entusiasmo e si capisce facilmente come ogni inizio di stagione, per lui, sia determinante. «L'uscita del calendario ad agosto è fondamentale per pianificare e prenotare i voli in anticipo, anche se purtroppo spesso c'è incertezza su giorno e ora fino a non molto tempo prima della partita. Anticipi e posticipi sono un'altra "pena" del calcio moderno con cui bisogna convivere. Comunque, tornare a Bergamo è sempre un gran piacere e la camminata verso lo stadio dopo qualche birra con gli amici è spettacolare, quando inizi a sentire i cori della curva e i rumori del pre-partita, la gioia é impagabile».
Tra Premier e rugby, l’Atalanta si vede sempre. Sposato con una ragazza irlandese, Nic è sempre molto attento agli appuntamenti dell’Atalanta e non perde una gara. «Tra streaming e tv riesco a vedere praticamente ogni partita della Dea. Preferisco guardare le partite a casa, senza distrazioni. Mia moglie, irlandese, è molto paziente visto che quando gioca l'Atalanta tendo a mettere ogni altro impegno in secondo piano. In rare occasioni, magari se giochiamo contro squadre grosse e la partita è trasmessa in tv, mi capita di guardare la Dea al pub».
Già, il pub. Il culto della birra tra amici è must pure in Irlanda. E se c'è Nic non è raro parlare di Atalanta: «A Dublino quando sei al pub il calcio è un argomento molto ricorrente. Pur non essendoci altri tifosi della Dea nel mio giro, gli amici mi chiedono spesso della squadra, o ricevo messaggi quando facciamo dei buoni risultati. Poi ovviamente via internet sono sempre in contatto anche con gli amici in Italia, in una specie di bar sport virtuale. In un paio di occasioni ho portato a Bergamo amici irlandesi, che ora si dichiarano anche loro un po' atalantini. Sicuramente succederà ancora visto che hanno apprezzato molto l'atmosfera e la passione atalantina». Nei dibattiti da pub, tra una pinta di Guinness e un bicchiere di Smithwicks, i colori nerazzurri devono sgomitare con "fedi" ancor più di prestigio: «La Premier League è molto seguita in Irlanda. In particolare ci sono tantissimi tifosi del Manchester United, del Liverpool ma anche dei Celtic Glasgow a causa della forte emigrazione irlandese che ci fu verso quelle città. C'è anche un campionato irlandese, con seguito numericamente ridotto ma comunque appassionato. L'essere atalantino suscita spesso curiosità da queste parti. Magari non sempre sanno se al momento giochiamo in Serie A o B, ma la nostra fama di tifosi appassionati e tosti è arrivata anche qui».
La Bombonera, l’Europa e il calcio Gaelico. Nic è un atalantino in tour. Nel 2012, durante un suo viaggio sudamericano, scoprì che l’Atalanta è conosciuta anche molto lontano. «Quattro anni fa ero a Buenos Aires in vacanza e presi un taxi dopo aver visto una partita del Boca alla Bombonera (un piccolo sogno che avevo). Una giornata perfetta, dato che qualche ora prima la Dea aveva battuto la Roma 4-1 con tripletta di Denis. Così iniziai una conversazione infinita col tassista, un fanatico calciofilo tifoso del Boca. Parlammo di Caniggia e in pratica di tutti i sudamericani che avevano giocato a Bergamo o in Italia. Risultato? Corsa offerta e fatica ad uscire dal taxi. Incredibile».
Il sogno dell’amico che vive a Dublino è chiaro: basta chiedergli della partita perfetta o di quella che lo ha fatto più arrabbiare per capire quanto gli manchi l’Europa. «Sarebbe facile citare qualche vittoria contro squadre grosse, ma la partita perfetta è ogni volta che vedi la squadra lottare e dare tutto. Indipendentemente dal risultato. La partita che mi ha fatto arrabbiare di più in tempi recenti è stata forse la sconfitta col Sassuolo in casa due anni fa. Semplicemente, perché stavamo iniziando a sognare l'Europa dopo diverse vittorie di fila. La scorsa estate ero a Londra per l'amichevole col QPR ad agosto e anche lì, oltre al bello di rivedere la curva in trasferta, si è visto come sia forte la voglia di Europa tra gli atalantini». Anche se, andando in Irlanda, Nic ha trovato il modo di appassionarsi pure ad altri due sport: «Il calcio qui in Irlanda ha seguito sì, ma insieme al rugby è meno popolare di hurling e calcio gaelico, due sport che si praticano quasi solo qui. In certe partite allo stadio ci sono anche più di 80mila persone, è incredibile se si pensa che i giocatori non sono professionisti, non girano soldi e si gioca solo per la gloria della regione di appartenenza. Una cultura sportiva da cui forse il calcio di oggi potrebbe imparare qualcosa».