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Chi è Maurizio Romanelli, che sarà il prossimo procuratore capo di Bergamo

Specializzato in antimafia e antiterrorismo, ha coordinato le indagini legate alle affiliazioni dell’Isis in Italia. Esclusa dalla corsa Maria Cristina Rota

Chi è Maurizio Romanelli, che sarà il prossimo procuratore capo di Bergamo
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di Andrea Rossetti

Quasi sicuramente, il prossimo procuratore capo di Bergamo sarà Maurizio Romanelli, 65 anni, attualmente procuratore capo reggente a Lodi (da marzo 2023). Affinché la candidatura diventi nomina, bisogna ancora attendere il via libera del Plenum del Consiglio superiore della magistratura (Csm) - composto da venti consiglieri togati, ovvero appartenenti alla magistratura, e dieci di elezione parlamentare -, ma l’11 aprile la quinta commissione del Csm ha votato all’unanimità Romanelli come unico candidato alla guida di Piazza Dante. Manca solo l’ufficialità, quindi, che potrebbe però arrivare tra uno o due mesi.

Intanto, a capo della Procura di Bergamo resterà l’aggiunto Maria Cristina Rota, che ricopre il ruolo dalla seconda metà di settembre, cioè da quando Antonio Chiappani è andato in pensione.

Chi è Maurizio Romanelli

Nato a Trieste, praticamente l’intera carriera di Romanelli si è svolta a Milano. Entrato in magistratura nel 1986, dopo il tirocinio è stato giudice penale fino al 1992, quando passò alla Procura. Per dieci anni ha lavorato nella Direzione distrettuale antimafia (Dda), coordinando diverse maxi inchieste e i conseguenti grossi processi nel periodo caldo del contrasto al fenomeno mafioso nel Nord Italia, tra il 1992 e il 1998. Nel 2002 è entrato a far parte del dipartimento antiterrorismo, di cui è diventato uno dei massimi esperti nazionali. Erano infatti gli anni del post attacco alle Torri Gemelle e in cui l’attenzione sul terrorismo varcava per la prima volta - o quasi - i confini italiani, concentrandosi in modo particolare sulla cooperazione internazionale. Parallelamente, Romanelli ha seguito anche diverse indagini in materia di corruzione nella Pubblica amministrazione.

L’esperienza immagazzinata in quei primi venti anni di carriera è stata poi messa a frutto dal 2012 in avanti, quando è stato nominato procuratore aggiunto alla Procura di Milano e ha coordinato il IV dipartimento, specializzato in terrorismo ed eversione e criminalità informatica. Con questo ruolo, Romanelli ha coordinato le indagini legate alle affiliazioni dell’Isis in Italia. La sua vita professionale meneghina s’è interrotta nel luglio 2016 per una parentesi di due anni e mezzo circa (fino al 2019), quando venne nominato procuratore nazionale aggiunto della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, con sede a Roma. Rientrato a Milano, è stato messo a capo del II dipartimento, ovvero quello specializzato in delitti di pubblici ufficiali contro la Pubblica amministrazione, reati tributari e societari e nominato coordinatore dell’ufficio esecuzione della Procura.

I candidati esclusi dalla corsa

La nomina (pardon, la candidatura unica) di Romanelli a procuratore capo di Bergamo, in realtà, è una conseguenza della sua esclusione dalla corsa allo stesso incarico in quel di Torino, pratica aperta antecedentemente rispetto a quella di Bergamo e dove la quinta commissione del Csm ha invece proposto Giovanni Bombardieri, attualmente a Reggio Calabria. Ciò non significa che la nostra città, per Romanelli, rappresenti un ripiego: lui si era candidato a entrambe, è stato poi il Csm a compiere la scelta, scartando gli altri nomi che avevano avanzato la propria candidatura per Piazza Dante. (...)

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