Chiaretta ha aperto a Nese, frazione di Alzano: «Lascio tutto per ricamare... un sogno»
Lo scorso 2 febbraio, la trentottenne Chiara Bonetti ha inaugurato il suo laboratorio in via Marconi: «Il Covid mi ha fatto aprire gli occhi»

di Clara Scarpellini
In via Marconi, a Nese, frazione di Alzano Lombardo, c’era un negozio chiuso da tempo. Ora, dietro quella vetrina, c’è il laboratorio “Sarta Chiaretta” della trentottenne Chiara Bonetti, inaugurato lo scorso 2 febbraio.
Ma la sua non è la classica storia della nipote che eredita la passione dalla nonna sarta: il suo percorso è stato tutto in salita, con deviazioni e svolte inaspettate.
Chiara, quando è nata la tua passione per la sartoria?
«In realtà, il mio sogno iniziale era un altro: volevo diventare parrucchiera e lavorare nelle sfilate, pettinando le modelle in passerella. Ma un'allergia ai prodotti chimici mi ha costretta a cambiare strada. La moda, tuttavia, era sempre stata una mia passione e ho deciso di frequentare una scuola di stilismo. Dopo il diploma, però, c’era la crisi del tessile e trovare lavoro nel settore era impossibile. Così sono finita in un negozio di fast fashion in un centro commerciale, dove ho lavorato per sedici anni».
Quando hai capito che era il momento di cambiare?
«È stato il Covid a farmi aprire gli occhi, con quelle giornate assolate e infinite. Ho tirato fuori una vecchia macchina da cucire e ho iniziato a creare. Seduta sul terrazzo, tra stoffe e fili, ho capito che non volevo più smettere: quella macchina da cucire sarebbe diventata il mio strumento di rinascita».
Come vivi il contrasto tra sartoria artigianale e fast fashion?
«A volte mi trovo in difficoltà nel fare i prezzi. Come posso chiedere 9 euro per rifare un orlo su un capo che hanno pagato 3 euro? La moda di oggi è usa-e-getta: basta un filo fuori posto e si butta tutto. Ma è anche un problema di qualità dei materiali. Un tempo i capi duravano anni, oggi (...)
In bocca al lupo....e crepino gli invidiosi.
Fai benissimo, avrai pure ereditato altro dalla nonna, altrimenti non te lo potevi permettere