Il «Ciamioncino» è tornato a casa «Farò uscire una nuova canzone»

Come tutte le cose belle, è cominciata per gioco. La carriera di Omar Gueye come star della Rete, intendiamo. Quel video dal retro di un furgone della nettezza urbana – perché il netturbino lo faceva davvero - gli ha dato celebrità. Non solo come youtuber; anche come cantante vero e proprio. Il suo linguaggio parodico, il suo italiano forzatamente storpiato con accento senegalese – lui è nato e cresciuto nel Belpaese - e i vocaboli che suscitano la risata, hanno conquistato milioni e milioni di visualizzazioni. Ne ha parlato anche L’Eco di Bergamo, un mese fa, sottolineando come dai suoi brani non passi solo nonsense e trash (genere quanto mai azzeccato, visto che di immondizia si è trattato in avvio) ma anche un messaggio positivo, di tolleranza e integrazione.
https://youtu.be/agVQq6YqP_Y
Chi è. Ventiquattro anni, nato e cresciuto a Ponte San Pietro. Il padre di Omar Gueye è arrivato in Italia nel 1990 e si è stabilito nella Bergamasca. I clip del suo canale sono ambientati nell’Isola: Locate, Madone, la stessa Ponte San Pietro. L’autenticità è la sua forza. Il video da grande pubblico è nato quando Omar era infortunato alla gamba in seguito a un incidente sul lavoro. Ha dovuto portare un tutore per mesi, e la storia è raccontata in Tutoro Tutoro, cover di Cheerleader, la hit internazionale di Omi. Si è disegnato un personaggio genuino, sfortunato ma sempre col sorriso, pronto ad affrontare i momenti bui della vita con una vitalità disarmante.
Tolleranza. Parla anche di convivenza tra popoli e culture. Lo scorso anno, nel video Straniero, ha invitato alla tolleranza tra le religioni dopo gli attentati in Francia e i fatti tragici in Siria. Doveva anche andare a Tu si que vales, ma ha perso l’aereo. A Dakar ci è andato per conoscere meglio la cultura di quel Paese, di cui è originario.
https://youtu.be/W7reW_U0PvM
Progetti all’orizzonte. «Farò uscire presto una nuova canzone. Il titolo? È ancora top secret, ma il testo parlerà delle mie origini e del mio legame speciale con i miei genitori. Il lavoro di netturbino, comunque un po’ mi manca: in fondo mi piaceva», ha detto a L’Eco.