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La sua storia
Ciao Maggiolino, ci mancherai
È ancora la macchina più longeva del mondo, prodotta per più di sessantacinque anni di fila, quella che oggi saluta, probabilmente per sempre, le nostre strade. Il celebre Maggiolino, infatti, diffuso in tutto il mondo per il suo stile inconfondibile, non verrà più prodotto. Gli stabilimenti della Volkswagen a Puebla, in Messico verranno utilizzati per ridare vita, in versione modernizzata e super ecologica, a un altro classico della Volkswagen: il Bulli, per i più, il furgoncino dei figli dei fiori. Questo nuovo esperimento, l’ID Buzz, non arriverà prima del 2020.
La nascita. Il Maggiolino è stato il primo modello in assoluto della casa Volkswagen, la macchina del popolo, ideata da Hitler – che credeva che l’automobile dovesse essere un bene accessibile e non un privilegio per pochi – e progettata da Porsche. Nasce così una delle automobili più diffuse al mondo.
Estetica perfetta e versatilità. In questi lunghi anni, ha avuto una vita lunga e avventurosa. «Bello così com’è», disse Pinifarina che, incaricato da Volkswagen di ritoccare la linea, restituì i disegni e consigliò di non apportare nessuna modifica. L’estetica, infatti, è sempre rimasta costante e riconoscibile; come ha detto il responsabile di Volkswagen Frank Welsch, è sempre stata intenzione della Casa restare vicini al modello classico, ma «due o tre generazioni di Maggiolino sono sufficienti».
Una macchina versatile e piena di risorse: forse in pochi sanno che il Maggiolino, incredibilmente e forse per pura casualità, non per scelta di progetto, galleggia! In trentotto minuti, potete attraversare lo stretto di Messina a bordo del mitico Beetle. A bordo del Maggiolino si scappava anche oltre il muro di Berlino, sul modello – appunto – “Fuga da Berlino”: aveva il serbatoio modificato per accogliere una persona e aggirare i controlli del muro.
Auto superstar, l’unica ad essere anche personaggio protagonista del famosissimo ciclo di film Disney, Herbie. Non è casuale che sia stato proprio un Maggiolino a ispirare l’idea di una macchina parlante, con anima propria. Con quella forma un po’ rotonda e paffuta, suscita subito simpatia, un po’ buffo e insieme elegante, impossibile non notarlo.
Ciao Beetle, ci mancherai.
