Non era mai successo che la Cina...
Oggi va così: In Cina scoppia una fabbrica più o meno come l’Icmesa di Seveso; all’Angelus successivo - a Ferragosto - il Papa esprime il proprio cordoglio per i morti e per coloro che soffrono; due emittenti cinesi lo mostrano alla finestra dei palazzi apostolici: e tutti i giornali del mondo si esprimono (o per lo meno si interrogano) sul possibile riavvicinamento tra la Cina e il Vaticano, che non si parlano dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Non era infatti mai successo che Pechino mostrasse un Papa in azione, quasi si trattase di una notizia in cronaca. Segno di cosa? Indovinala grillo!
Certamente del fatto che il mondo è come gli elastici dimenticati attorno a un plico: che pian piano, senza che nessuno se ne accorga, si rompono. O come le guaine dei fili elettrici di qualche anno fa, che a forza di riscaldarsi perdevano le proprie capacità isolanti e ad un tratto le prese di corrente puzzavano di bruciato e saltavano le valvole. Tutti sentivano l’odore, nessuno aveva assistito al deterioramento molecolare del filo. Quanto lavoro di dimensioni molecolari è stato necessario perché sugli schermi delle case cinesi comparisse il Papa? Una montagna, su scala infinitesimale: come ci vogliono milioni di granelli di sabbia per fare una montagnetta da sederci su un bambino.
Ci sono momenti - e uno è certamente questo, delle televisioni cinesi - in cui il formicolio della storia si lascia vedere: ma restano infinitamente pochi rispetto a tutti gli altri, quelli che solo un occhio ad altissima definizione, una specie di telescopio Hubble alla rovescia, puntato sulla quotidianità, sarebbe in grado di osservare.
Per questo ci rallegriamo quando il magma compresso delle vicende umane riesce - ogni tanto - a farsi strada e a diventare lava di eventi: perché ci sentiamo rassicurati circa il fatto che il lavoro del mondo prosegue. In questo caso, circa il fatto che il lavoro dei costruttori di pace non si è mai interrotto. E che non andrà perduto nemmeno il nostro, quando venisse compiuto nella stessa direzione. In fondo, se non fossimo lì alle dodici di ogni domenica e di ogni festa comandata a dire l’Angelus col Papa, la sua voce avrebbe meno peso. Quando Paolo VI decise questo momento di preghiera nessuno avrebbe immaginato il peso che avrebbe assunto. I servizi di Phoenix TV, rete satellitare privata con base a Hong Kong, considerata vicina al governo cinese, e del South China Morning Post devono molto a Papa Montini, anche se non lo sanno.
Rallegrarsi del lavoro molecolare del mondo, guardare la televisione, leggere i giornali è già un modo di collaborare alla sua salvezza?