Coro Gam, cioè il coro degli operai 70 anni (e non sentirli) di musica

Il Coro Gam compie settant’anni. Fondato nel 1949, festeggia nel 2019 l’importante traguardo raggiunto... a suon di musica. Quasi una vita passata tra le sette note, così come quella del maestro Pietro Passera, suo fondatore. Proprio uno scritto di Passera, classe 1922, aiuta a ricostruire la storia del complesso. Secondo il documento, citato nel libro Cavalcare il tempo prima che i ricordi svaniscano, nel 1928 esisteva già una scuola di canto parrocchiale composta da venti elementi. A dirigere la scuola, alla quale era iscritto anche il giovanissimo Passera, furono Giacomo Passera, baritono e zio di Pietro, e il tenore Tommaso Centurelli. Il responsabile, invece, fu don Camillo Vassalli. Fu proprio il sacerdote che, nel 1934, iscrisse Pietro alla "Scuola Ceciliana di musica sacra di Bergamo". Nel 1938 Passera ottenne il diploma di organista e direttore di coro. Passò la guerra e, nel 1948, Pietro era in vacanza con la famiglia a Clusone. In quell’occasione ascoltò un concerto di canti montanari, eseguiti dal coro Incas di Fiorano. Il giovane musicista ne fu entusiasta: tornò a Comun Nuovo e propose ai musicisti della scuola parrocchiale di inserire alcuni brani di montagna nel repertorio.
Nel novembre 1949, con 16 canzoni preparate, 27 coristi si esibirono per la prima volta a Comun Nuovo, nel salone dell’asilo adibito a teatro per l’occasione. Autorità civili e religiose, maestri di musica e semplici cittadini: Passera racconta che il salone era gremito e l’evento ebbe successo. Nacque così, tra gli applausi e le attestazioni di stima, la Corale alpina bergamasca. La formazione iniziò a partecipare a concerti in tutta la Lombardia e a eventi di carattere nazionale. Ad esempio, il Concorso nazionale canti popolari di Milano del 1963 e la partecipazione nel 1955 a una trasmissione Rai. Nel 1956 l’insieme cambiò nome in Coro Gam, che sta per "Gruppo amici della musica". Da allora ha partecipato a diversi concorsi nazionali e tenuto diversi concerti in giro per l’Europa. Tra i Paesi toccati si ricordano Francia, Svizzera, Belgio, Austria, Spagna e Portogallo. Inoltre, il gruppo incise due dischi di canti popolari, un disco contenente un inno a Papa Giovanni XXIII e un cd di canti liturgici e popolari.
Ma cos’è il Coro Gam per chi lo ha vissuto? E cosa per i comunnuovesi? A questa domanda può ben rispondere Battista Passera. Fratello del maestro Pietro, Battista ha vissuto il coro sia come componente sia come semplice cittadino: infatti è stato nel gruppo dai 18 fino ai 30 anni, per poi uscirne per motivi professionali. Tornerà poi nella formazione per un breve periodo prima di lasciarla definitivamente. Per quanto riguarda l’opinione di un ex corista, Battista non ha dubbi: «Per me è stata un’esperienza unica. Mio fratello era direttore e altri due fratelli ne facevano parte. Al di là del fatto che era un gruppo in cui c’era buona parte della mia famiglia, posso dire che è stato un periodo più che positivo. Eravamo un gruppo molto affiatato, con il desiderio di proseguire e fare sempre meglio. Proprio per questo il mio cuore non è mai stato lontano dal Coro, anche quando non ne facevo più parte». E, da cittadino, Battista ha avuto modo di sentire le opinioni che in paese circolavano sul Coro: «Seguivo il coro quando era nei paesi vicini e il pubblico era sempre presente. Parlando con diversi cittadini di Comun Nuovo, il Gam è stato una sorpresa e una risorsa: più si proseguiva e più il suo nome diventava importante. Questo vuol dire aver avvicinato tanti dei miei compaesani alla musica».
Ma l’importanza del gruppo per Comun Nuovo è testimoniata anche da un altro evento: nel febbraio del 2018, infatti, fu inaugurata la Sala Coro Gam a palazzo Benaglio. In quell’occasione, Maria Alba Passera, figlia di Pietro, ha ricordato come all’inizio i coristi fossero tutti operai; dunque quell’attività sarebbe stata per loro un importante momento di crescita socio-culturale. L’interesse dell’Amministrazione comunale per l’inaugurazione di quella sala in municipio, infine, non fa altro che rafforzare quanto detto: il Coro Gam ha avuto una grande importanza per il paese. Spente le settanta candeline, non sembra accusare l’età: a discapito del tempo, questa associazione continua a operare nel mondo della musica senza mai stancarsi. Un noto gruppo, il cui cantante era bergamasco, cantava «Chi fermerà la musica»; si potrebbe rispondere che non sarà il Coro Gam.