Molti legami con il Belgio

Cosa si sa sugli attentatori di Parigi

Cosa si sa sugli attentatori di Parigi
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Mentre Parigi è ancora sotto shock, le forze dell’ordine e i servizi d’intelligence d’Oltralpe stanno tentando di fare chiarezza sui tremendi attacchi terroristici avvenuti la sera di venerdì 13 novembre nel cuore della capitale francese e che hanno causato circa 130 morti e oltre 350 feriti, di cui quasi 100 in condizioni ancora gravissime. Uno dei principali obiettivi, in queste ore, è dare un nome e un volto agli 8 uomini che hanno messo in ginocchio la città tra sparatorie e attacchi kamikaze. Fonti ufficiali della polizia transalpina hanno sin da subito dichiarato che di questi 8, sette attentatori si sono fatti esplodere, mentre uno soltanto è stato ucciso dagli agenti. In realtà, però, pare che l’ottavo attentatore non è rimasto vittima della controffensiva delle forze dell’ordine. Domenica 15 novembre le autorità francesi hanno diffuso l’avviso di cattura con le sue generalità: Salah Abdeslam, 26enne nato a Bruxelles ma di cittadinanza francese. Secondo la radio belga RTL, Salah sarebbe stato arrestato in una nuova massiccia operazione di polizia a Molenbeek, sobborgo di Bruxelles ritenuto centro nevralgico dell’estremismo islamico locale. Al termine dell'operazione, però, la notizia è stata smentita. Le autorità belghe non hanno negato che speravano di trovare proprio il ricercato.

 

 

Fino a domenica soltanto due terroristi erano stati identificati ufficialmente dalle autorità francesi, ma nella mattina di lunedì 16 novembre è stato diffuso un comunicato ufficiale in cui si afferma che la polizia ha dato un volto e un nome ad altri due attentatori. Ma c’è di più: sarebbe stata identificata anche la mente dietro il terribile attacco mosso alla capitale francese il 13 novembre.

Le ultime news. Alle 10 del 16 novembre alcuni reporter di AP hanno reso noto che le autorità francesi avrebbero identificato la mente alle spalle degli attentati di Parigi. Si tratterebbe di Abdelhamid Abaaoud, 27enne nato in Belgio ed estremista islamico assai noto alle autorità sia belghe che francesi. Il suo nome ritorna in diversi fascicoli dell’intelligence d’Oltralpe e sarebbe legato a quello di diversi attentatori identificati, in particolare al ricercato Salah Abdeslam e ai suoi due fratelli, uno dei quali tra i kamikaze di Parigi. Poco prima, la polizia francese aveva anche comunicato di aver dato un volto e un nome ufficiali ad altri due terroristi autori delle stragi di venerdì sera, cioè Ahmad Al Mohammad, che si è fatto esplodere all’esterno dello Stade de France, e Samy Amimour, tra i protagonisti del terribile attacco al Bataclan.

 

mappa raid controllo notte Francia

 

Nella notte, invece, le forze dell’ordine francesi hanno compiuto diverse operazioni su tutto il territorio nazionale per sgominare presunte cellule jihadiste legate agli attacchi di Parigi. Le città coinvolte sono cinque: Calais, Jeumont (al confine belga), Bobigny (periferia di Perigi), Grenoble e Tolosa. Diversi gli arresti e durante le perquisizioni sono stati ritrovati anche veri e propri arsenali con kalshnikov, lancia-granate e pistole poste ora sotto sequestro. Poco dopo è partita una nuova massiccia operazione di polizia in Belgio, a Molenbeek, sobborgo di Bruxelles ritenuto cuore dell’estremismo islamico locale. Secondo la radio belga RTL, durante questo blitz sarebbe stato arrestato Salah Abdeslam, l’unico attentatore di Parigi rimasto in vita e in fuga dalla sera del 13 novembre. Al termine dell'operazione, però, la notizia è stata smentita. Le autorità belghe non hanno negato che speravano di trovare proprio il ricercato.

 

GLI ATTENTATORI

France Paris Shootings
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Medical staff stand by victims in a Paris restaurant, Friday, Nov. 13, 2015. Two police officials say at least 11 people have been killed in shootouts and other violence around Paris. Police have reported shootouts in at least two restaurants in Paris. At least two explosions have been heard near the Stade de France stadium, and French media is reporting of a hostage-taking in the capital. (AP Photo/Thibault Camus)

France Paris Shootings
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(AP Photo/Thibault Camus)

France Paris Shooting
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A lifeless body covered under sheet lies on the pavement near the Bataclan theater after a shooting in Paris, Friday Nov. 13, 2015. French President Francois Hollande declared a state of emergency and announced that he was closing the country's borders. (AP Photo/Thibault Camus)

APTOPIX France Paris Shootings
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Rescue workers gather at victims in the 10th district of Paris, Friday, Nov. 13, 2015. Several dozen people were killed in a series of unprecedented attacks around Paris on Friday, French President Francois Hollande said, announcing that he was closing the country's borders and declaring a state of emergency. (AP Photo/Jacques Brinon)

Samy Amimour

Nato il 15 ottobre 1987 a Parigi, cresciuto nel sobborgo Nordorientale di Drancy, zona di banlieu. È l’attentatore identificato dalle autorità francesi la mattina di lunedì 16 novembre e di lui si sa ancora poco. Le Figaro riporta alcune fonti della procura secondo cui Amimour era un nome già noto all’antiterrorismo d’Oltralpe: nel 2012, infatti, era finito sotto inchiesta per associazione a delinquere con fini di terrorismo mentre stava progettando di partire per lo Yemen per aggregarsi alla jihad. Venne messo in libertà vigilata, ma nel 2013 fece perdere le sue tracce alle autorità, diventando così oggetto di un mandato di cattura internazionale. Secondo la procura, Amimour è uno dei kamikaze del Bataclan, che prima di farsi esplodere ha causato la morte di circa 90 persone. Nella mattinata del 16 novembre sono stati anche fermati e ascoltati tre suoi familiari.

 

Ahmad Al Mohammad

al mohammad

Nato il 10 settembre 1990 a Idlib, in Siria, è il secondo nome comunicato dalle autorità francesi la mattina del 16 novembre. Si è risaliti a questo nome e a questo volto grazie al passaporto che gli agenti hanno rinvenuto sul luogo di uno degli attentati kamikaze all’esterno dello Stade de France. La notizia del rinvenimento di questo passaporto e del suo possibile collegamento a uno degli attentatori circola sin dai primi istanti successivi alla strage, ma solo ora la procura si è esposta inserendo il suo nome tra quelli degli attentatori identificati.

Le prime indagini sui suoi movimenti hanno portato in Grecia: lì, il 3 ottobre, Al Mohammad è stato registrato come rifugiato sbarcato sull’isola si Leros. Il quotidiano serbo Blic ha poi scritto che il 7 ottobre il siriano ha attraversato la Serbia e ha riportato che le autorità francesi avrebbero chiesto informazioni su di lui nelle ore immediatamente successive agli attentati di Parigi. Protothema, quotidiano greco, ha aggiunto che Al Mohammad stava viaggiando insieme a un altro uomo, registrato come Mohammed Almuhamed, e ha pubblicato i loro documenti. Come ha spiegato il Guardian, però, c’erano molti dubbi sulla veridicità di tutte queste notizie. O meglio, era difficile capire se il passaporto rinvenuto affianco di uno dei kamikaze fosse vero o falso e quindi se l’identità dell’attentatore fosse realmente quella di Al Mohammad. I dubbi sono stati cancellati la mattina del 16 novembre, quando le autorità francesi hanno ufficialmente inserito il nome di Al Mohammad tra quello degli attentatori.

 

Viaggio attentatore siriano

 

Seguendo la pista dei documenti di riconoscimento è stato possibile anche ricostruire il viaggio compiuto dall’uomo nel mese precedente all’attentato fuori dallo Stade de France: prima della Serbia, il siriano aveva attraversato la Macedonia, successivamente la Croazia e poi l’Austria, da dove è riuscito a prendere un treno per Parigi.

 

Omar Ismaïl Mostefai

È il primo degli attentatori ad essere stato identificato. Mostefai, francese di origini algerine di 29 anni, è stato tra gli autori della carneficina del Bataclan, dove poi si è fatto esplodere prima di poter essere fermato dalle teste di cuoio. L’identificazione è stata possibile grazie a un suo dito mozzato e all’impronta digitale. Era già stato schedato perché era stato arrestato diverso tempo fa per guida senza patente. Mostefai era nato e cresciuto nel sobborgo parigino di Courcouronnes in Essonne, distante circa 25 chilometri dal cuore della capitale francese. È una zona relativamente tranquilla, dove nonostante i molti alloggi popolari, persone di diverse etnie vivono pacificamente tra loro. Ma restava (e resta) una zona povera, vittima di quella sorta di «apartheid etnico e sociale» di cui parlò Manuel Valls, primo ministro francese, dopo l’attentato nella redazione di Charlie Hebdo.

L’infanzia di Mostefai non è stata facile: sebbene non fosse mai stato in galera, tra i 19 e i 25 anni è stato condannato 8 volte per diversi atti di microcriminalità: risse, piccoli furti. Le persone che si ricordano di lui, intervistate dal Guardian, parlano di un ragazzo introverso ma non violento. Musulmano, ma non certo «un invasato». Finita la scuola, Mostefai si trasferì a Chartres. È qui, probabilmente, che iniziarono i suoi contatti con l’Islam estremo. Nel 2010 le autorità francesi inserirono il suo nome in un file, poi archiviato, sui movimenti radicali islamici. Ma tutto cambia nel 2013: è allora, infatti, che Mostefai decise di partire per la Siria. La conferma la dà il Guardian: un funzionario turco ha infatti dichiarato che la Turchia ha segnalato ben due volte alle autorità francesi furono la pericolosità di questo soggetto entrato nei confini turchi nel 2013 con l'intenzione di raggiungere la Siria. Ma la Francia non ha mai dato risposta a quelle segnalazioni. Solo dopo gli attentati di Parigi avrebbe chiesto maggiori notizie sul caso alla Turchia. Un “buco” quello dell’intelligence transalpina che, se confermato, potrebbe essere molto grave: perché le autorità non hanno ritenuto importante indagare su un suo foreign fighters

 

 

Mostefai, negli anni che visse a Chartres, frequentava la moschea di Lucé, da tempo al centro di diverse inchieste per i suoi legami con estremisti islamici belgi. È qui che, forse, Mostefai potrebbe aver incontrato le persone che l’hanno poi portato a compiere la carneficina del Bataclan. Il padre del ragazzo, andato a parlare personalmente con le forze dell’ordine dopo gli attentati, ha riferito ad AFP di non essere in contatto da tempo con suo figlio. BFMTV ha diffuso un video in cui si ritiene che appaia Mostefai insieme ad alcuni amici.

 

Salah Abdeslam

salah

Nato il 15 settembre 1989 a Bruxelles, ma di cittadinanza francese, Salah è, secondo le autorità francesi, l’unico attentatore degli attacchi di Parigi ad essere rimasto in vita. La sera del 15 novembre, infatti, è stato diffuso un avviso internazionale che parla di lui come di un «individuo molto pericoloso». Secondo l’Associated Press, Salah è anche la persona che ha noleggiato la VW Polo nera con cui gli attentatori hanno raggiunto il Bataclan.

Inizialmente la polizia non l’aveva inserito tra gli attentatori, poiché riteneva che questi fossero tutti morti. Ciò sarebbe dimostrato dal fatto che, poche ore dopo l’attentato, Salah è stato fermato dalla polizia, insieme ad altri due uomini, al confine con il Belgio, ma gli è stato permesso di lasciare la Francia perché il suo nome non era, in quel momento, tra quelli degli ipotetici ricercati. Intorno alle 11 di lunedì 16 novembre, la radio belga RTL ha dato la notizia dell’arresto di Salah a Molenbeek, quartiere di Bruxelles noto come cuore dell’estremismo islamico locale e sin da sabato 14 novembre al centro di diverse operazioni di polizia poiché si ritiene che è da qui che sia stato organizzato il terribile attacco multiplo di Parigi. Al termine dell'operazione, però, la notizia è stata smentita. Le autorità belghe non hanno negato che speravano di trovare proprio il ricercato.

 

Brahimi (o Ibrahim) Abdeslam

31 anni, è il fratello maggiore di Salah ed è stato collegato dalle autorità francesi all’attacco suicida in Boulevard Voltaire. Secondo le forze dell’ordine è uno degli attentatori, oltre che l’uomo che noleggiò la Seat Leon nera rinvenuta il 15 novembre dalle forze di polizia e ritenuta una delle auto con cui sono stati compiuti gli attacchi insieme alla Polo noleggiata a nome del fratello Salah.

Un terzo fratello Abdselam, il cui nome non è ancora noto, pare sia tra le sette persone arrestate sabato 14 novembre nel blitz della polizia a Molenbeek, sobborgo di Bruxelles noto come roccaforte dell’estremismo islamico locale. Pare che anche lui sia collegato agli attacchi di Parigi.

 

Bilal Hadfi


L’ultimo attentatore che sarebbe stato identificato è Bilal Hadfi. In questo caso però il condizionale è d’obbligo poiché le autorità francesi non hanno confermato la notizia, diffusa dal Washington Post nelle scorse ore. 20 anni, viveva in Belgio, ma non si sa se la sua nazionalità è europea. Il quotidiano americano spiega che Hadfi, l’anno scorso, aveva combattuto per l’Isis in Siria e che solo negli ultimi mesi aveva fatto ritorno in Europa. Sarebbe uno dei kamikaze dello Stade de France.

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