Una pioggia di vittorie

Cristina Maffeis, da anoressica a fenomeno del body building

Cristina Maffeis, da anoressica a fenomeno del body building
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Il body building è una cosa da donne? Certo che sì! Lo possiamo affermare con sicurezza dopo aver conosciuto Cristina Maffeis che, nel corso di una gara svoltasi a Bari, ha recentemente conseguito la Pro Card, diventando a tutti gli effetti una professionista del settore. «Ho 39 anni e ho iniziato a frequentare la palestra New Body Fitness di Ambivere da quando ne avevo 17 – racconta Cristina –. Inizialmente lo facevo solo per tenermi in forma, non avevo velleità né tanto meno pretese agonistiche. Per la verità, ero in un periodo particolarmente difficile della mia vita, stavo per essere inghiottita da quella malattia devastante che è l’anoressia, e che mi avrebbe sconvolto la vita per i dieci anni successivi. In palestra ci andavo per sollevare pesi e soffrire ma chiaramente, fino ai 28 anni, lo facevo per dimagrire. È stato un periodo duro e difficile, anche per le persone che mi stavano accanto, e tutt’oggi mi colpevolizzo per aver fatto soffrire troppo la mia famiglia durante tutto questo tempo. Ho provocato loro un dolore che non si meritavano, perché penso sia devastante vedere la propria figlia annientarsi giorno dopo giorno, soprattutto quando l’aiuto non viene accettato».

 

 

La svolta. «Poi, nel 2008, ho avuto la fortuna di conoscere quello che è diventato il mio marito, Stefano Bonalumi – prosegue –. Grazie a lui ho iniziato a conoscere il mondo delle gare, del vero body building, e questo è stato per me il punto di svolta. Uno stimolo per uscire dalle spire dell’anoressia, anche se non è stato per niente facile passare da “rifiutatrice” di cibo a mangiona nel periodo di massa. Anzi, all’inizio è stato devastante, ma grazie a mio marito e alla mia famiglia ce l’ho fatta e ora sono orgogliosa di essere qui a raccontare quella che è sicuramente la più grande vittoria della mia vita. È stata la prova che in fondo io volevo vivere, e grazie a lui ho ritrovato il mio essere guerriera. Così ho combattuto e dal 2008 ho iniziato a vivere per il body building, cominciando a prepararmi per le gare che sarebbero arrivate nel 2009. Con il body building, così come con l’anoressia, hai sempre il controllo del tuo corpo ma nella forma opposta, perché vai a guarire anziché a deperire. Quindi gestisci la tua persona in un modo completamente diverso perché, per mantenere una determinata muscolatura, devi fare sei pasti al giorno».

Come si nutre una professionista del body building? «Con alimenti proteici quali la carne rossa, la carne bianca, le uova, il riso e la pasta, tutto suddiviso nell’arco della giornata. Poi frutta e verdura quando te lo puoi permettere, perché ci sono solo determinate fasi in cui puoi assumere questi alimenti. A volte ti puoi permettere anche un gelato ma, nel momento in cui si sta avvicinando una gara, e per avvicinando intendo due mesi prima, inizi a non poter più mangiare i dolci e determinati carboidrati. Insomma, inizi a scalare un po’ il tutto per poi arrivare alla fase finale in cui ti alimenti solo con riso e pollo. Certo, ci vuole una grande forza di volontà, perché devi riuscire a gestire mente e corpo, e non è sempre così semplice. Ma una volta che entri in quest’ottica, diventa il tuo stile di vita, e la rigidità alimentare non ti pesa. Quando arrivi al punto in cui riesci a eliminare determinati alimenti, il tuo corpo comincia ad asciugarsi, cioè a togliere quella piccola parte di grasso e acqua in eccesso. Per le gare il corpo deve essere asciutto, privo di grasso ed acqua che possono coprire il muscolo, perché i giudici devono poterli vedere in maniera ben definita».

 

 

Le vittorie. Le gare di body building si svolgono a livello nazionale un po’ in tutta Italia, ma non mancano gare internazionali all’estero. Cristina ha un palmares di tutto rispetto: per quanto riguarda il 2015 si è classificata prima al Campionato Italiano di Camaiore; quarta ai NacMondiali di Varsavia; seconda al Wabba Campionato Italiano; prima al Wabba Campionato Italiano nella categoria Coppie. Per l’anno 2016 si è classificata seconda al l’Open Columbu Sardegna; prima all’Open Columbu Sardegna nella categoria Coppie; prima al Nac Campionato Italiano Fidenza; prima al Nac Qualificazioni a Siena per Mr&Ms Universo Amburgo; seconda al Nac Mr&Ms UniversoAmburgo. Nel 2018 si è classificata prima all’Ifbb Pro League Bari Pro Qualifier. E questi solo per citarne alcuni.

La sfida insieme al marito. «La gara che ricordo con grandissima gioia, oltre alla prima del 2009 a Sanremo, che ricordo sempre con piacere, è il Columbu nel 2016. Una gara unica, magica. Ho provato una grande emozione nel gareggiare insieme a mio marito Stefano nella categoria a coppie, la routine è stata stupenda e ogni volta che rivedo il filmato piango per l’emozione. Inoltre, in quell’occasione, ho conosciuto tanti amici che tuttora fanno parte della mia vita. E poi c’è la vittoria che mi ha aperto le porte del professionismo, che dedico a Stefano, a mia madre, a mio fratello, al mio coach Giorgio, a Eleonora e a tutti gli amici che mi hanno sostenuta».

 

 

Gli allenamenti. Cosa ti ha affascinato di questo sport? «Il fatto che, nonostante sia uno sport individuale, tra atleti in competizione c’è molta collaborazione. Siamo un gruppo che si aiuta a vicenda, c’è spirito di squadra. Inoltre mi affascina il fatto di mantenermi con questo fisico, è quasi come se fosse un secondo lavoro. In America chi pratica questo sport a livello agonistico fa praticamente solo quello. Io mi alleno due ore al giorno sei giorni su sette fino a due mesi alla gara, che poi diventano sette su sette».

Ora chi ti allena? «Il mio coach, ma prima di tutto amico, è Giorgio Pittalis, una persona squisita, gentile, pacata, sensibile, disponibilissimo e sempre presente, nonostante lui sia a Pescara e noi a Curno. L’allenamento lo gestiamo mio marito e io; Stefano, dopo più di dieci anni di esperienza, è in grado di allenarmi. Il preparatore, nel caso del body building, non è necessario che sia sempre affiancato all’atlrta. Chiaramente Giorgio ogni due mesi ci vuoi vedere, per verificare la condizione fisica, per capire se occorre modificare l’alimentazione, togliere o aggiungere qualcosa. Ci dà la nuova scheda di allenamento e di alimentazione, ci controlla, ci dice se stiamo andando bene o se c’è qualcosa da sistemare. Poi, nell’arco dei due mesi, ci gestiamo io e mio marito. I preparatori, quelli seri, in Italia sono pochi e non è indispensabile che siano presenti tutti i giorni per allenare il proprio atleta. Giorgio l’abbiamo conosciuto in gara, tra noi c’è stato subito feeling e, dopo aver visto come lavorava, è iniziata questa collaborazione».

 

 

Corpi scolpiti nel bronzo. Come sono strutturate le gare di body building? «Il giorno che precede la gara c’è la registrazione dell’atleta alla Federazione, durante la quale viene pesato, misurato, registrato nella sua categoria, e alla fine gli viene assegnato un numero di gara. Il giorno della gara, la mattina, l’atleta si colora il corpo con un prodotto che si chiama Pro Tan, ed è il colorante che fornisce il caratteristico color bronzo. Una volta sul palco sono previste delle pose obbligate che vengono chiamate dai giudici. Ci sono poi 60 secondi di pose libere, con una base musicale scelta dall’atleta durante la quale ognuno propone la sua coreografia».

Cosa ti aspetti dal futuro? «Sicuramente tante gare, le prossime le deciderà il mio coach insieme a mio marito Stefano, che è diventato anche il mio manager. I miei obiettivi restano quelli di migliorare i punti carenti e di rafforzare quelli già a mio favore. Per quanto riguarda i sogni nel cassetto ne ho tanti, chissà, spero un giorno poter vivere ciò che tutti i veri atleti sognano, ossia l’Olympia. Ma per ora resto, come sempre, con i piedi ben saldi a terra e proseguo a piccoli passi, per raggiungere grandi traguardi».

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