Dieci motivi per dare 10 all'Atalanta e ai suoi tifosi

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La sconfitta di Cagliari, propiziata dall’errore fatale di Caldara dal dischetto, non inficia minimamente il voto finale alla stagione nerazzurra. Dieci era e dieci rimane. Per dieci motivi:

1) Un anno fa, Gasperini aveva guidato la squadra allo storico quarto posto, riportando la Dea in Europa dopo ventisei anni d’assenza. Un anno dopo, Gasperini e la squadra hanno centrato l’obiettivo di ritornare in Europa e ha ragione l’allenatore. Arrivare settimi anziché sesti, anticiperà sì i tempi della preparazione, ma, nell’ipotesi di entrare nei playoff, le sei partite dei preliminari si riveleranno propedeutiche per un’altra, esaltante stagione europea.

2) L’Atalanta ha centrato per la seconda volta consecutiva la qualificazione all'Europa League, nonostante nel gennaio 2017 fosse stato ceduto Gagliardini all'Inter e, nell’estate successiva, siano partiti Conti e Kessie.

3) L’Atalanta è stata protagonista di una splendida stagione europea, venendo immeritatamente eliminata nei sedicesimi di finale dal Borussia Dotmund, imponendosi all’attenzione generale per la qualità del suo gioco e l’entusiasmo dei suoi tifosi che, in quasi 70 mila hanno accompagnato la squadra in giro per il continente, riscuotendo rispetto e ammirazione.

4) Dopo la semifinale di Coppa delle Coppe con il Malines (’88), il sesto posto dell’89 e il settimo del ’90 che fruttarono le due partecipazioni consecutive all’allora Coppa Uefa, la doppietta di Gasperini ne iscrive il nome nella storia della Dea.

5) L’utile record di bilancio (27 milioni di euro) e il fatturato record (147 milioni di euro) valgono lo scudetto della gestione, per un club divenuto un autentico punto di riferimento per il calcio italiano.

6) I 45 milioni di euro investiti da Percassi a Zingonia, nell’arco dei primi otto anni della sua gestione, hanno trasformato il centro sportivo in un gioiello di dimensione europea.

7) L’acquisto dello stadio, i cui lavori di ristrutturazione scatteranno fra un anno per colpa della burocrazia perché, se fosse dipeso dall’Atalanta, il cantiere sarebbe stato aperto domani, hanno reso la Bergamasca Calcio la prima società del calcio professionistico a diventare proprietaria a titolo definitivo dell’impianto in cui gioca la propria squadra.

8) Barrow è soltanto l’ultimo talento lanciato da Gasp in ordine di tempo: dimostra che cosa significhi credere veramente nel settore giovanile e possedere una rete di osservatori che consenta di scovare futuri titolari anche in Gambia. Oppure a pescarli nel 2015 a Parma, dopo il fallimento del club emiliano che venerdì scorso è ritornato in serie A, al termine di una risalita record (dalla D al massimo campionato in 3 stagioni): non è puramente casuale ogni riferimento a Emmanuel Gyabuaa, classe 2001, splendido protagonista dell’Europeo Under 17, convocato dal ct Nunziata  assieme agli altri tre gioielli nerazzurri Gelmi, Brogni e Cortinovis,

9) La conferma di Gasperini, che Bergamo Post ha anticipato da tempo, esalta le scelte societarie. Il signore di Grugliasco era stato in lizza anche per la Nazionale prima che la scelta della Federazione cadesse su Mancini e, anche questo, dà lustro all’Atalanta.

10) Il blocco società-squadra-tifosi è di cemento armato. Il ritorno della festa della Dea, in luglio, ne sarà la sublimazione. È il caso di dirlo: lunga vita alla Curva Nord.

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