Vall'Alta

Don Berto Nicoli, ad Albino il ricordo (anche artistico) di una vita straordinaria

È stata inaugurata domenica 26 la panchina artistica, realizzata da Luca Gnizio con i resti di produzione delle coti, dedicata al missionario

Don Berto Nicoli, ad Albino il ricordo (anche artistico) di una vita straordinaria
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di Fabio Gualandris

Domenica 26 gennaio, nella piazza di Vall’Alta di Albino intitolata a monsignor Roberto Nicoli (don Berto) è stata inaugurata ForAll, panchina artistica dedicata al missionario vallaltese realizzata dall’ecosocial artist Luca Gnizio.

Una seduta realizzata con i resti di produzione delle pietre coti, che provengono da una raccolta personale di Marcella Ligato, imprenditrice di pietre coti ed erede di una delle industrie più importanti del territorio.

Il materiale è stato donato, grazie anche alla collaborazione con l’associazione culturale “La Pradalunga” di Pradalunga, e i contributi di Acerbis Italia, Buena Suerte Eurozeta, La Bambolina, Nicoli Trasporti, Persico Group e Sitip, e con la collaborazione di Comune di Albino e Parrocchia di Vall’Alta.

Tra i presenti alla cerimonia l’artista Gnizio, l’ex parroco di Vall’Alta don Daniele Belotti che ha fortemente voluto questa installazione e benedetto l’opera, il parrocco don Gianluca Colpani, il sindaco di Albino Daniele Esposito con il consigliere delegato alla Valle del Lujo Ubaldo Colleoni.

Ha spiegato don Daniele: «Alla vigilia del 20° anniversario della morte di don Berto (che sarà il 13 giugno 2025, ndr) si è deciso di installare nella piazza una panchina che ricordasse il nostro missionario, che riprendesse i temi dell’accoglienza e dell’abbraccio e il suo essere seme e capacità di far rifiorire i nostri cuori e il cuore del mondo intero che sembra spesso esser divenuto duro come pietra».

Ricordando inoltre che «nel 2007 fu coniato lo slogan “Don Berto seme per la nostra terra” nell’occasione dell’estumulazione della sua salma che, dopo due anni nel cimitero di Vall’Alta, venne trasferita in Bolivia, per essere custodita nel santuario di Melga».

L’idea di un’opera artistica nacque già prima della pandemia, ma (...)

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