E adesso daspateci tutti

Pubblicato:
Aggiornato:

L’ultima, allucinante trovata di questo Stato debole in cui abbiamo la scalogna di vivere è la denuncia contro Claudio Galimberti per avere violato il regime di sorvegliato speciale cui è sottoposto da un provvedimento abnorme, emanato il 13 febbraio scorso. E sapete qual è la gravissima colpa di cui il Bocia si è macchiato, in Roma, addì 6 aprile 2016? Avere risposto all’invito del Senato della Repubblica, insieme con i rappresentanti di altre venticinque tifoserie, per parlare dei problemi legati a Daspo, tessera del tifoso, articolo 9 e tutto il pacchetto delle formidabili misure che negli ultimi hanno svuotato gli stadi italiani, mandando in fuga sei milioni fra abbonati e paganti.

Fra i presenti all’incontro, c’erano il capogruppo della Lega al Senato, Gian Marco Centinaio; il senatore del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi; il deputato del Pd, Mario Tullo; la senatrice di Sel, Loredana De Petris, l’ex parlamentare di Sel, Paolo Cento. L’intervento di Galimberti, la cui analisi è stata molto, ma molto più lucida di alcuni tuttologi ignoranti, è stato particolarmente azzeccato, al punto da essere salutato con scroscianti applausi. Bene, anzi male. Perché la sortita al Senato è costata una nuova denuncia a Galimberti e non si capisce se per avere partecipato a una riunione pubblica autorizzata, pubblicizzata, annunciata urbi et orbi, il cui teatro è stata la Camera Alta della Repubblica. Oppure per essere rincasato a Bergamo dopo le ore 22, quando per lui scatta il coprifuoco.

Nell’uno e null’altro caso, siamo di fronte all’ennesima ingiustizia; alla conferma che, nei confronti di Galimberti, il quale ha sempre pagato il suo conto con la giustizia e non si è mai sottratto alle proprie responsabilità, sia in atto una vera e propria campagna persecutoria, manco fosse uno dei cento criminali più pericolosi in circolazione nel nostro Paese.

Tutto questo è allucinante, semplicemente allucinante. E contro il nuovo sopruso, protestare non è soltanto un diritto, ma un dovere. In attesa di sapere quando si terrà l’udienza per esaminare il ricorso in appello contro la sorveglianza speciale, presentato dai legali di Galimberti, sabato sapremo se in luglio si terrà la quindicesima edizione della Festa della Dea, di cui il Bocia è il motore propulsivo, ma alla quale non potrebbe partecipare dalle 22.01 di ogni giorno. Una manifestazione che i kafkiani burocrati romani dovrebbero conoscere, non foss’altro perché in una settimana, nel nome dell’Atalanta raduna fra le 70 mila e le 80 mila persone. Già che ci sono, possono daspare tutti i partecipanti, bambini compresi. Così risparmiano tempo.

Seguici sui nostri canali