Enea, il netturbino di Sabbio tra i primi quaranta a Masterchef
È dalminese il mago dei fornelli che per un soffio non è entrato nella squadra della sesta edizione di Masterchef. Un traguardo che il cinquantenne Enea Lazzari ha tentato di raggiungere, quasi per gioco, l’anno scorso, quando ha deciso di presentarsi alle selezioni del programma. «In realtà, ho sempre amato cucinare, fin da quando ero un ragazzino - racconta Enea - La mia è sempre stata una famiglia portata all’arte culinaria. Pensa che mi sarebbe piaciuto frequentare l’alberghiero». Ma quelli erano gli anni Ottanta. Enea è il primo figlio maschio della sua famiglia, e preferisce andare a lavorare non appena si presenta la possibilità, perché «quelli erano altri tempi». L’impiego ufficiale come operatore ecologico per la società Aprica, tuttavia, non vale a mettere da parte la passione per i fornelli. «Ho coltivato l’amore per la cucina anche crescendo, cercando di condividere la mia passione, sbizzarrendomi con nuove ricette da presentare ad amici e parenti».
Pubblicato da Noemi Lazzari su Martedì 20 dicembre 2016
Poi, la scelta di tentare l’ingresso nella cucina più celebre d’Italia. «La voglia di provare l’avventura in Masterchef è nata a forza di guardare la trasmissione. La seguo già da qualche edizione, mi incuriosiva l’idea di entrare a far parte di un simile format. Purtroppo, però, non sono riuscito a compiere quel passettino in più che sarebbe stato necessario fare per entrare nella squadra», racconta. Prima di quel passo mancato, Enea ne aveva comunque già compiuti di grandi, se si dà un’occhiata ai numeri: l’esercito di appassionatissimi di cucina che si presenta ai primi casting è infatti di circa 18mila persone. Nel vasto oceano degli aspiranti chef, il dalminese riesce ad emergere, con la preziosa complicità di quelle tagliatelle con crema d’asparagi e zola di capra con dell’aggiunta di speck che gli apriranno le porte dell’avventura e che gli varranno la stima e la fiducia dei temibili giudici. «Al momento dell’iscrizione la mia famiglia era davvero entusiasta, i miei due figli erano contenti, anche se mia moglie Guglielma era un po’ scettica».
Una volta cominciato il gioco, però, ha avuto avvio la catena di promozioni che l’ha portato ad un traguardo che è già una vittoria. Riesce infatti a rientrare tra i primi 40. Finché non ci ha messo lo zampino quell’entità informe chiamata destino e, all’occorrenza, sfortuna. A Enea viene infatti chiesto di cucinare al vapore, tecnica che il dalminese non ha mai sperimentato nella pratica. «Mi ero documentato, certo, conoscevo la procedura ma non avevo mai cucinato così, quindi non sono stato in grado di dare il giusto sapore al pesce. Per curiosità, ho provato a rifare il piatto a casa, e già la seconda volta era uscito molto meglio. Chissà, se mi fosse capitata la carne alla griglia, la cottura in umido, o il fritto… forse non sarei comunque arrivato ad essere selezionato, ma di sicuro avrei avuto modo di esprimere molto meglio il mio modo di fare cucina». Si tratta sempre e comunque di cucina amatoriale, ci tiene a precisare Enea, ma «sono forte con i risotti, con la carne alla griglia». E poi ancora, con il cinghiale in scottiglia (una ricetta toscana), con la paella, con la porchetta al forno. «Chi entra a far parte del programma ha una crescita notevole. Lì viene offerta l’opportunità di studiare, di prepararsi. Si trascorrono circa due, tre mesi in cui ci si dedicano tutte le ore del giorno di tutti i giorni alla cucina. Questo è quello che mi sarebbe piaciuto tanto fare».
Le puntate sono state girate in primavera e sono andate in onda settimana scorsa su Sky Uno. Rivedersi sul grande schermo ha avuto su Enea un certo effetto. «C’è voluto qualche tempo per lasciarsi indietro lo smacco, che ovviamente si prova. Perché quando sei lì ti rendi conto che manca davvero un soffio, ti convinci di potercela fare. Quando giovedì scorso ho rivisto la puntata ho nuovamente provato un po’ di bruciatura». A pochi mesi dall’apertura delle prossime selezioni, viene naturale porre al cuoco di Sabbio una domanda: c’è voglia di ritentare? «Quando arriverà il momento ci penserò. Ora non so rispondere con certezza».