Da Fantastico alla regia teatrale Ritratto di un maestro della danza
«Alla mia età, ho sessantasette anni, mi sento ricco di tutto quello che ho fatto e che posso ancora fare . Ricco, nonostante il mio cognome... Autoironia e freschezza giovanili mi permettono di accettare sfide in linea con i modelli di spettacolo contemporanei. E le gratificazioni non mancano». Lui è Franco Miseria, coreografo e regista famoso nel mondo. Da ragazzino di giorno inizia facendo il gommista, ma la sera frequenta le scuole di ballo. Rapidamente la passione lo trasforma in un talentuoso professionista, così sbarca in Rai debuttando nella trasmissione Piccolo Slam, per approdare presto alla prima edizione di Fantastico. Lì incontra la show girl italo americana Heather Parisi con la quale stringe da subito un forte sodalizio artistico e affettivo. Da quel momento il firmamento di abili regie e intriganti e sensuali coreografie si illumina dei più famosi show televisivi e teatrali dell'epoca. Un'attività che prosegue perché, oltre a dirigere importanti scuole di danza, Miseria sta adesso curando la regia teatrale di Dedicato, evento benefico in omaggio alle donne vittime di violenza che sta riscuotendo vasti consensi.
Franco Miseria, danzare oggi...
«È semplicemente la mia vita. Da giovane ho praticato tutti gli sport ma per me la danza è una religione, una forma di fede. Purtroppo oggi posso solo raccontare il ballo piuttosto che eseguirlo perché devo fare attenzione alla mia schiena. In ogni caso, pur tenendo presente l'evoluzione della danza, raccomando ai giovani tanto spirito di sacrificio e sottolineo l'importanza di una struttura di base classica».
I suoi miti?
«Per me la leggenda insuperata rimane Rudolf Nureyev. Avrei dovuto coreografarlo ma la malattia purtroppo se l'è preso. Durante le Colombiadi del '92 avevo parlato col suo manager e il progetto stava per partire. Poi, dopo tre mesi raccontò pubblicamente il suo dramma».
Heather Parisi, Lorella Cuccarini, Patty Pravo, donne speciali che ha conosciuto bene e con cui ha lavorato. Come le ricorda?
«Patty era il mio sogno inarrivabile quando la ammiravo estasiato al Piper da ballerino autodidatta. Una meravigliosa forza della natura. Heather grande carisma e talento da vendere: veniva dal San Francisco Ballet con quindici anni di danza classica nelle gambe. Lorella era una maniaca del lavoro, una stacanovista alla quale non dovevi fare nessuna raccomandazione. Forza di volontà e costanza».
Presto Parisi e Cuccarini saranno ancora insieme in tv. Se le avessero chiesto di curarne di nuovo le coreografie lo avrebbe fatto?
«Forse sì. Ma credo sia meglio che facciano a meno di me: sono un professionista inflessibile e intransigente, quindi non avrei fatto sconti, né mi sarei fatto intenerire per via dell'età delle due show girl. Sono un tipo molto esigente sulla scena».
La trasmissione televisiva che le è rimasta nel cuore...
«Certamente Fantastico 8 con Adriano Celentano. Era un momento di grandi rivolgimenti in Rai, ma proprio per questo fu l'occasione per scardinare il modello classico di varietà. Questo produsse grandi ascolti».
Cosa manca allo spettacolo dei nostri tempi?
«Non ci sono più quei bravi manager che credevano negli artisti. I talent scout che riuscivano a fiutare da lontano quelli davvero bravi. Oggi i mezzi sono cambiati e si affida tutto ai talent show, con risultati assai mediocri».
E cosa invece apprezza?
«In teatro ci sono bravi attori e abili registi capaci di mettere in scena spettacoli fantastici con quattro lire. Come nel caso di Alessandro Benvenuti con Tutto Shakespeare in Novanta Minuti, Mariangela D'abbraccio con Teresa La Ladra o lo straordinario debutto in veste di regista di Elena Sofia Ricci».
E il musical?
«Se non c'è in campo il grande nome nessuno investe, così le piccole compagnie vengono penalizzate, condannate al semi oblio. Il pubblico italiano dovrebbe imparare a distinguere meglio».
Franco Miseria insegnante.
«In questo momento ritengo che un’eccellente fucina di promesse sia rappresentata dal laboratorio del Politeama Pratese Arteinscena, dove da più di sedici anni preparo ragazzi molto attenti ai miei consigli. È una scuola che continua a darmi moltissime soddisfazioni».
Sogno non avverato?
«Fare un Romeo e Giulietta a modo mio, ma so che costerebbe molto. Poi c'è la mia autobiografia, cui sto lavorando per la revisione assieme a Gianni Togni, che mi piacerebbe far diventare spettacolo».