Detto la "foca" per le corse col pallone in testa

Che fine ha fatto Marco Nappi

Che fine ha fatto Marco Nappi
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Giovedì 2 dicembre 1999, più di 20.000 tifosi sugli spalti dello stadio Comunale di Bergamo. Si gioca la Coppa Italia, il freddo è pungente ma l’avversario di giornata è tosto e tutta la tifoseria è chiamata a dare una mano. Arriva il Milan di Leonardo, Weah e Shevchenko, l’Atalanta è guidata in panchina da mister Vavassori e la serata si mette molto male.

Il Milan scappa avanti 2-0 grazie ai gol di Shevchenko e Leonardo, al 22’ del secondo tempo i rossoneri sembrano certi della vittoria ma, quello che succederà di lì a poco, rappresenta, ancora oggi, uno dei momenti più intensi, emozionanti e travolgenti che si sono vissuti sugli spalti dello stadio di Bergamo negli ultimi 25 anni. Marco Nappi, funambolo biondo dalle indubbie qualità tecniche, era entrato sul terreno di gioco al 13’ della ripresa al posto di Cristiano Doni.

Il gol di Nicola Caccia fissò l’1-2 al 25’ della ripresa e diede una spinta incredibile a tutto lo stadio. Il folletto d’attacco romano, nato nella Capitale, ma diventato famoso con le maglie di Fiorentina e Genoa (prossimo avversario della Dea), al 42’ della ripresa superò Rossi da posizione impossibile siglando il 2-2 che, ai più, sembrava definitivo. In pieno recupero, la rimonta divenne però leggenda grazie ad un destro di prima intenzione che si infilò sul palo lontano mandando in visibilio tutti i settori dello stadio. Quell’Atalanta era in serie B, uscì dalla Coppa contro il Milan perdendo la gara di ritorno per 3-0, ma la serata resta indimenticabile.

 

 

Per raccontare l’avventura di Marco Nappi in maglia atalantina, bisogna partire da qui. Anzi, bisogna partire e probabilmente fermarsi a quella freddissima sera di dicembre del 1999 perché in 44 presenze di campionato con i nerazzurri (un campionato di serie B chiuso con la promozione nel 1999/2000 e uno di serie A l’anno successivo) sono stati soltanto 4 i gol segnati.

Solo uno di questi arrivò nel massimo campionato ma, come successo contro il Milan, si tratta ancora una volta di un gol prestigioso: in casa della Juventus, ultimo turno della stagione 2000/2001, è del numero 7 di Vavassori il gol nerazzurro che valse il 2-1. Era il giorno dell’esordio in serie A di un giovanissimo Rolando Bianchi.

 

 

Marco Nappi, oltre all’Atalanta, ha giocato in tantissime squadre. La lista è davvero lunga, dopo le giovanili nella Lazio la carriera del veloce attaccante è iniziata nell’Urbe Tevere  (stagione 1982/1983) per passare da Cesena, Ravenna, Vis Pesaro, Arezzo, Genoa, Brescia, Fiorentina, Udinese, Spal, Atalanta, Ternana, Como, Savona, Carrarese, Cuneo e Sestri Levanti. Tra serie A e serie D, più di 620 presenze ufficiali condite da 141 reti.

Uno score tutt’altro che irresistibile dal punto di vista numerico ma un approccio, una dedizione, una voglia fuori dal comune che hanno portato Marco Nappi ad incantare perfino nell’ultima esperienza a Sestri Levante tra i dilettanti. Ed alcune gemme che lo hanno marchiato a vita: la sua corsa per 40 metri con la maglia della Fiorentina durante la semifinale di Coppa Uefa contro i tedeschi del Werder Brema con il pallone incollato alla testa gli valse il soprannome di “foca”.

Ma oggi, che fine ha fatto Marco Nappi? Legato a doppio filo alla città di Genova e al Grifone, la vita di Nappi dopo aver appeso le scarpette al chiodo è rimasta legata al terreno di gioco. Prima di raccontare le  sue esperienze in panchina però, è doveroso ricordare l’impegno dell’ex “foca” per la ricerca contro la SLA. La terribile malattia che ha colpito l’amico di campo Stefano Borgonovo, spinse Nappi (all’epoca opinionista per la rete televisiva genovese Telenord) ad organizzare il derby Genoa –Sampdoria “Uniti contro la Sla” del 27 marzo 2009, gara tra vecchie glorie in cui segnò anche una rete.

L’esperienza in panchina di Marco Nappi è iniziata nel 2007 con i ragazzi dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Figenpa di Genova. Anzi, è proprio il caso di dire che la Figenpa è nata grazie e per volontà del simpaticissimo ex genoano. In collaborazione con un altro ex giocatore, Armando Ferroni, l’avventura di Nappi iniziò con poco più di 50 ragazzi per arrivare nel giro di alcuni anni a rappresentare un punto di riferimento per le giovani leve di giocatori con 3 campi da gioco ed un centro sportivo che a Bavari (Genova) accoglie oltre 200 piccoli appassionati.

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Dal 2012 Nappi passò alla guida della formazione Allievi Nazionali del Savona, la grinta e la voglia di arrivare lo premiarono subito con la conquista delle fasi finali ma, dopo una seconda stagione sempre nel settore giovanile, le strade di Nappi e del Savona si separarono. Mister Marco Nappi ci restò un po’ male, la società voleva una prima squadra di giovani e in alcune intervista proprio l’ex numero 7 non nascose che sperava di essere considerato per la panchina.

L’estate scorsa, siamo a luglio del 2014, la carriera di Nappi riparte dalla Calabria, in serie D. La compagine del Comprensorio Montalto Offugo si ricorda di lui, il presidente Candelieri si ricorda di Marco e all’avvio della stagione gli obiettivi del tecnico sono chiari: serie C, play-off e salvezza. Certo, per uno che in 22 anni di carriera ha girato 19 squadre il mondo del calcio è ormai arcinoto ma, evidentemente, il curriculum non basta e a fine ottobre la prima avventura di Nappi in panchina con i grandi si interrompe.

L’esonero lo rispedisce a casa, in Liguria, ma siccome se sei un nomade del pallone il tuo destino è quello di girare come una trottola, ecco la nuova chiamata in Calabria: il Montalto Offugo, il 27 dicembre, ha annunciato che Nappi è di nuovo in sella. Chiamato al posto del dimissionario Altomare. E lui, sorriso stampato sulla faccia, ha risposto presente. Perché affrontare Milan, Akragas, Juve o Leonfortese non fa differenza. Proprio oggi, domenica 4 gennaio, l’avventura della “foca” riparte con lo scontro diretto casalingo contro il N. Gioiese.

 

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