Campionessa orobica

Francesca Masserini di Treviolo e l’arte del sollevamento pesi

Francesca Masserini di Treviolo e l’arte del sollevamento pesi
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Datele una leva e vi solleverà il mondo. Ehm. No, forse è un po’ troppo. «Tiro su 76 chili nello strappo e questo mi ha permesso di vincere il bronzo agli ultimi assoluti. Nello slancio ho fatto 85, ma conto di migliorare e arrivare a novanta». Forza e coraggio non bastano a capire la pesistica. Ci vuole di più. Francesca Masserini, 23 anni, di Treviolo, atleta multiforme - dalla ginnastica ai tuffi, dai tuffi ai pesi - dice che per sollevare i pesi «il novanta per cento è testa. Senza quella puoi avere tutta la forza che vuoi ma non ce la fai. La pesistica è tecnica, un po’ come la ginnastica che ovviamente ha movimenti artistici diversi. Però il concetto è un po’ lo stesso».

 

Stanca morta anche oggi ma le soddisfazioni sono sempre troppe ☺️??❤️

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Qualche anno fa - Francesca aveva 18 anni - arrivò in palestra, vide un allenatore che stava insegnando a una karateka l’arte del tirare su i pesi. Abbandonò quello che stava facendo, trovò un angolino e un buon punto di osservazione, e si gustò quella scena che è il primo tassello del puzzle della sua storia con la pesistica. «Ero incuriosita dall’esercizio. Vedevo questa ragazza che faceva fatica, fatica, ma non capivo l’esercizio. Io un bilanciere non l’avevo mai visto. Associavo i pesi al body building. Una roba tutta muscoli, insomma. Beh, è sbagliato. Sono due cose diverse. Andai dall’istruttore, chiesi di provare. Al primo colpo tirai su 60 chili. Disse lui: “Che ne dici di darci sotto con la pesistica?”. Io cercavo qualcosa di bello da fare e mi sono detta ok, perché no». Quell’istruttore è Matteo Artina, il preparatore atletico di Sofia Goggia e Michela Moioli. Ma è anche la scintilla che ha acceso la pesistica a Bergamo.

 


Un anno fa, era gennaio, Matteo si è deciso a mettere insieme un vero e proprio team. La Asd Pesistica Bergamo adesso è una realtà consolidata e, come tutti gli universi, in continua espansione. Oggi gli atleti sono dieci, ma proiettatevi ancora un po’ in avanti: ne vedrete molti di più. Brilla (anche) Francesca, che inizialmente si allenava nella Natural di Cervinara, la società di Pasquale Ricci, atleta pluridecorato, con sede in provincia di Avellino. La Pesistica Bergamo è arrivata dopo. «A quelli che hanno iniziato da poco o che vogliono provare dico: “Lasciate stare i luoghi comuni, fatelo e basta. Vi piacerà”. Nel sollevamento pesi c’è tanto lavoro fisico e tecnico da fare. Ma è soprattutto una sfida con se stessi. Io ho un quadernetto, ci segno tutto. Faccio tre doppie sedute alla settimana e tre singole, riposo solo la domenica. Il che vuol dire scegliere di spendere il proprio tempo in palestra. Ogni giorno cerco di aggiungere qualcosa in più, anche solo un chilo, o comunque provo a non peggiorare. Quello dei pesi è uno sport distante dalla nostra cultura, ma è bello, divertente, avvincente. Superare i limiti è qualcosa che ricerchiamo continuamente. Idoli? Sì, tanti. Rebeka Koha ha diciannove anni, è lettone, e solleva davvero bene. Con Matteo ogni tanto guardiamo i video su YouTube di questi atleti e proviamo a replicare le tecniche nuove».

 

 

All’inizio si allenava in garage o in soffitta. Ma i luoghi di fortuna, per fortuna, li ha abbandonati in fretta. Ai campionati seniores, la Masserini prese l’argento, ma è agli ultimi campionati italiani di sollevamento pesi (il 10 dicembre scorso, a Lecce) che Francesca si è ritagliata un angolino di storia con un bronzo nello strappo (categoria -58 kg). Alla Cross Reborn di Torre Boldone hanno fatto festa. «Voglio migliorare ancora e lavoro ogni giorno per farlo. Il mio allenatore dice che in gara sono come un leone in gabbia. Sotto pressione tiro fuori tutta la rabbia che ho dentro. Papà Diego ha un’agenzia immobiliare, mamma Cristiana ha in gestione una palestra. Non erano felici quando gli ho detto che avrei fatto sollevamento pesi. Dicevano: “Diventerai un uomo”. Ma va. Ora mi dicono che sto bene, ho un bel fisico, sto meglio di prima. È così. Ho due fratelli: uno più piccolo di undici anni, mentre il più grande studia Medicina. Nelle pause pranzo sono ormai oggetto di narrazione: “Quando ha alzato tua sorella?”, gli chiedono».

Lavora anche per una società di ginnastica artistica a Mozzo, «ma adesso vorrei anche riprendere gli studi. Tutti mi dicono Scienze motorie, ma no, non credo. Piuttosto mi piacerebbe molto iscrivermi a Veterinaria, ho la passione degli animali. Oppure vorrei fare qualcosa legato alla nutrizione, è un aspetto che mi affascina. Il fisico l’ho visto cambiare molto dopo la ginnastica. Da ragazzina mi dicevano: “Non devi ingrassare”. Questo ti spinge a non mangiare o a mangiare poco e male. A me non è successo, ma ricordo scene o so di bambine che mangiavano quattro penne con un filo d’olio sopra. Quattro contante, intendo. E poi leccavano il piatto per tirare su l’olio. Ho provato sul mio corpo il significato del cibo, mangiare bene o male fa tutta la differenza del mondo».

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