Ghini e la sua commedia brillante

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Protagonista di molti cine-panettoni, ma anche interprete di famose fiction come La Cittadella e Meucci. La sua carriera inizia con il teatro diretto da grandi maestri come Strehler, Lavia e Zeffirelli. Ed è proprio girando i maggiori teatri italiani che Massimo Ghini propone adesso una commedia dal taglio brillante e intelligente, tratta da un lavoro di Florian Zeller, sabato e domenica prossimi. La pièce teatrale, Un'ora di tranquillità, racconta delle tante nevrosi e degli innumerevoli disagi dell'uomo contemporaneo alle prese con un mondo sempre più soffocante. Una macchina teatrale perfetta - come sottolinea una nota di regia - inventata dallo scrittore francese, fatta per centrare con successo il proprio obiettivo, sposando intelligenza a ironia, rivelate costantemente dalla fluida brillantezza dei dialoghi.

 

 

Ghini, basta secondo lei un'ora di tranquillità oppure dovremmo improntare meglio il nostro stile di vita?
«Per me avere “un’ora di tranquillità” al giorno sarebbe un lusso... E penso che il problema del tempo da dedicare a noi stessi sia condiviso da molti».

Il testo di Florian Zeller contiene un messaggio speciale, prossimo alla metafora?
«È una fotografia dei nostri tempi nella quale ognuno di noi si può ritrovare: la fretta, il tempo che non basta mai, le incomprensioni con i figli e con la moglie...».

La ricordiamo qualche anno fa, interprete a fianco di Cesare Bocci ne La Cage aux Follies, versione teatrale del famoso film Il Vizietto. Che ricordo conserva di quella famosa pièce?
«Il ricordo che ne ho è bellissimo, io e Cesare ci siamo divertiti molto. Ed è stato fantastico  confrontarsi sempre con un pubblico caloroso, direi perfino affettuoso: lo stesso che con identico entusiasmo sta accogliendo adesso me e l'intera compagnia di Un'ora di tranquillità».

Massimo Ghini, più soddisfazioni professionali nel fare cinema o nell'interpretare commedie teatrali?
«A me piace tanto il mio lavoro, in tutte le sue forme, ben consapevole di avere la fortuna di fare un mestiere meraviglioso. Certo, il teatro è spesso più impegnativo anche se l’applauso del pubblico ti ripaga da ogni fatica: in realtà, se devo essere sincero, trovo difficile scegliere tra cinema teatro o televisione».

E per proiettarci verso il futuro: cosa bolle in pentola dopo tante ore di tranquillità?
«Un film internazionale in uscita a marzo e un nuovo spettacolo teatrale dal titolo Ciao, per la regia di Piero Maccarinelli, tratto dall’ultimo romanzo di Valter Veltroni dedicato a suo padre. Con questo spettacolo sarò in scena dal mese di aprile a Firenze».

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