eleganza e devozione

Giacinto Facchetti, quanto ci manchi Un fumetto a 10 anni dalla morte

Giacinto Facchetti, quanto ci manchi Un fumetto a 10 anni dalla morte
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«Un terzo di preparazione atletica, un terzo di intelligenza, un terzo di classe». È con gli ingredienti giusti che si fanno i buoni giocatori e gli uomini tutti d'un pezzo. Uomini come Giacinto Facchetti, che a dieci anni dalla sua scomparsa è ancora così fortemente tra noi. Forse per quel suo modo diverso di vedere la vita e il calcio a cui non ci siamo mai davvero abituati. Con più eleganza, più devozione, persino con più vigore. Se non altro è per questo che lo definivano un «terzino d'attacco», capitano dell'Inter campione di tutto, in Europa e anche nel mondo, e poi pilastro della Nazionale, presidente della squadra che ha amato e celebrato, e memoria storica dei nostri giorni. Quel che mancava era l'epica trasposta al moderno. Ma con Giacinto Facchetti. Il rumore non fa gol finalmente ci siamo arrivati. Il fumetto di Paolo Maggioni, Davide Barzi e Davide Castelluccio (ed. BeccoGiallo, pp. 237, e 18 euro) parla interista dall’inizio alla fine, esaltando soprattutto le doti morali del protagonista. Ma lo fa con la sorridente consapevolezza di celebrare una leggenda del calcio che ha saputo fare breccia anche fuori dai colori nerazzurri.

 

 

Nel fumetto scorrono le immagini della Coppa Europa sollevata da Facchetti nel '68, proprio quando il mondo stava cambiando con le sue rivoluzioni. Ma anche le immagini della notte di Italia-Germania 4-3: Facchetti è il capitano azzurro della partita del secolo. Pezzi di storia italiani raccontati da Mario, che fa il giornalista sportivo, e da suo figlio Pietro, che frequenta le elementari e segue il papà in ogni stadio. Il tempo trascorre, partita dopo partita, e Pietro diventa giornalista come il padre. Raccoglie il testimone di una narrazione calcistica ricercata e mai sopra le righe: poco televisiva, a differenza della Milano che gli scorre davanti. Anche Giacinto, appese le scarpe al chiodo, aspetta che torni il suo momento, come ogni buon capitano. L’occasione giusta è il ritorno della famiglia Moratti alla guida dell’Inter. In quegli anni Facchetti diventa uno dei perni centrali, dirigente, vice-presidente, fino all'incarico più alto. Ma non tutto gira come dovrebbe. Tante sconfitte, alcune sinistre e inspiegabili, fino ad arrivare alla bolla di Calciopoli, è a quel punto che il «rumore non fa gol».

 

 

Troppo abituati a farci assordare dal rumore del caos, è nel silenzio del 4 settembre 2006, giorno della scomparsa di Facchetti, che abbiamo conosciuto una nuova forma di dolore. Per il vuoto lasciato nel nostro calcio da uno dei suoi più regali interpreti. Ma soprattutto per quel senso morale che Facchetti, «uomo trasparente e riconoscibile» come lo definì Dino Zoff, si portava dietro. Di lui è stato scritto (quasi) tutto. Ma c'è qualcosa di più nella forma grafica, nel disegno, in una graphic novel avvincente e attuale, accessibile anche ai più giovani. Nel fumetto sono presenti alcuni stralci dei diari originali di Facchetti, messi a disposizione della famiglia. Nella parte testuale interviste e ricordi dedicati a Giacinto, con particolare attenzione al futuro della memoria.

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