Maffeis, operazione giro del mondo Due anni dopo ancora non si ferma
C’è chi lo ammira, chi lo critica. Ma è ben più probabile che, silenziosamente, un po’ tutti lo invidino. Gianluca Maffeis, il ventisettenne partito da Osio Sotto due anni fa per compiere il giro del mondo, sembra infatti non aver perso l’entusiasmo che emanava in quei primi mesi, mentre raccontava con sguardo trasognato dei primi passi compiuti fuori dal suo paesello, alla scoperta del cosmo.
Incontri e libertà. Con sé, oggi come allora, ha solo uno zaino contenente sedici chili di essenzialità. E, a dire il vero, anche il calore di tutte le persone che, giorno dopo giorno, hanno cominciato a tifare per lui dopo aver incrociato la sua avventura. «Ho scelto di compiere questo viaggio perché sentivo il bisogno di fare esperienze, di conoscere culture, storie, realtà differenti – ha raccontato Gianluca ai microfoni di Tgcom24 –. Tutto ciò che è diverso e nuovo mi attira. Il viaggio con lo zaino in spalla ti apre la mente e il cuore, ti dà un senso di libertà indescrivibile. Per come la vedo io ti porta a essere una persona migliore, perché ti leva pregiudizi stupidi e inutili che molto spesso si hanno per via della paura di ciò che è diverso o magari per disinformazione».
Nessun limite e una sola regola. Il giovane ex pizzaiolo osiense non si è posto particolari limiti di impresa. Farà quello che il suo budget economico gli consentirà di portare avanti, ma non nasconde che non ha alcuna fretta di rincasare: «Questo viaggio una data di scadenza non ce l’ha. Per come viaggio io, il budget mi consente di restare in giro per circa mille e duecento giorni. Ma se sarò più attento, riuscirò a potermi permettere qualcosa di più. Il giro del mondo finirà esattamente dal punto in cui è iniziato, cioè dal mio paese Osio Sotto. In base al tempo in Africa deciderò se concludere questo viaggio facendo ciò che ho fatto appena partito, ossia il Cammino di Santiago de Compostela. Oppure, concludere scoprendo l’Est Europa, una zona che ho visto davvero poco». Unico paletto previsto nella sua mastodontica gita intorno al mondo, l’assenza totale di aerei, perché «voglio vivere appieno tutti i momenti che un viaggio può dare, comprese le sue lentezze: attraversare un oceano in nave o farsi da Mosca a Pechino in treno. Non usare l’aereo mi ha permesso di utilizzare qualsiasi tipo di trasporto; cerco sempre di muovermi con i mezzi più economici possibili, anche se questa scelta a volte mi porta a viaggiare di notte o all’alba».
Operazione giro del mondo. Benché così lontano, Gianluca sta mantenendo un filo diretto che raccoglie l’universo umano che da sempre gli appartiene. Si preoccupa infatti di aggiornare regolarmente la pagina Facebook che lo vede protagonista, ribattezzata Operazione giro del mondo, in cui lo si può ammirare con il vento del Grand Canyon tra i capelli o mentre la neve di Toronto gli si infrange sul viso. Tanti reperti video-fotografici almeno quanti sono gli stati su cui è riuscito a posare piede, tra Mongolia, Cina, Nepal, Vietnam, Finlandia, Capo Nord, Boston e Chicago, solo per citarne alcuni: «Sui social network ho pubblicato davvero tanto di questa mia esperienza. Su Facebook e Instagram cerco ogni giorno di condividere quello che faccio, attraverso una foto o una clip. Uno dei miei intenti è spronare la gente a fare esperienze e a mettere fuori la testa dal paesello. Sporadicamente faccio anche video di svariati minuti, mostrando passo per passo le zone di particolare interesse. Riprendo anche i luoghi in cui alloggio per far vedere le guest-house e per dare qualche consiglio a chi vuole viaggiare spendendo il meno possibile». E se le ultime tracce di Gianluca lo ritraggono nei luoghi che hanno fatto da sfondo al celebre telefilm The O.C., per chiunque, lui compreso, è forse impossibile sapere dove si troverà ad alloggiare il mese prossimo.