Magia a teatro

«I grandi segreti dei maghi di oggi vengono tramandatati da YouTube»

«I grandi segreti dei maghi di oggi vengono tramandatati da YouTube»
Pubblicato:

It's a kind of magic. È qualcosa di magico, come cantavano i Queen. Lo stupore che ci prende di fronte a un numero da prestigiatore non potrebbe essere definito meglio. Stessa cosa per il mistero di un illusionista. Se poi di mezzo c’è Raul Cremona, già Silvano il Mago e Mago Oronzo, possiamo aggiungerci un Lol, laugh out loud, cioè risate a crepapelle. Se avviene la sera del 31 dicembre al Creberg Teatro (biglietti da 61 e 72 euro, ore 22.30), per restare sull’anglofilia spinta, aggiungiamoci pure un happy new year, buon anno nuovo, perché il mago cabarettista guiderà una squadra di esimi colleghi nel “Capodanno in magia” attraverso il brindisi di mezzanotte e anche oltre.

34484414_2G2C4508-Edit - Copia-786452
Foto 1 di 4
34484417_maxresdefault
Foto 2 di 4
34484420_isabella_guido
Foto 3 di 4
34484426_disguido
Foto 4 di 4

Al fianco di Cremona ci saranno i Disguido, un duo che interpreta un numero divertentissimo di Chapeaugrafie, l’antica arte di manipolare un semplice cerchio di feltro con un buco al centro, creando così innumerevoli cappelli per un’infinità di personaggi. Un’esibizione che è un mix originale ed eccentrico di illusionismo, mimo e cabaret. Ci sarà poi Vanni De Luca, illusionista matematico esperto in arti marziali ed autentico calcolatore umano: «Il cervello si tonifica con l’esercizio, come il fisico», ci ha detto. Ad affiancarlo Tiziano Grigioni, Illusionista, carto-mago e manipolatore.

Un mago nato. Cremona nasce come prestigiatore. «È la mia passione da quando ero piccolo – ci racconta al telefono -. Mi arrivo “Il piccolo mago” per Natale, una scatola nera con sopra il cilindro e le carte. Me lo regalò mia nonna. Poi è andata persa ma l’ho ricomprata. La tengo al sicuro, come un cimelio e un portafortuna. Poi è diventata la mia professione a 27 anni, dopo un paio di altre esperienze lavorative. Ho partecipato anche a un paio di Mondiali». La figura del prestigiatore l’ha presto svecchiata, un po’ per dote naturale e un po’ per necessità. «Negli anni ‘80 i night hanno cominciato a chiudere e in città rimanevano solo i cabaret: il Derby, lo Zelig, la Ca’ Bianca. E quindi ci ho provato. Del resto, un po’ per la mia giovane età, faticavo a presentarmi con l’autorevolezza di un mago affermato, quindi fin dall’inizio ho puntato molto sulla chiave ironica».

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a BergamoPost cartaceo, pag. 21, in edicola fino a giovedì 3 gennaio. In versione digitale, qui.

Seguici sui nostri canali