I premi per la medicina

Nobel ai tre che hanno scoperto il Gps che abbiamo nel cervello

Nobel ai tre che hanno scoperto il Gps che abbiamo nel cervello
Pubblicato:
Aggiornato:

Lunedì 6 ottobre, alle 11:45, sono stati eletti, dalla Nobel Assembly del Karolinska Institutet di Stoccolma (Svezia), i Premi Nobel per la Fisiologia e la Medicina. La selezione è avvenuta fra 263 candidati di cui 46 neofiti, e secondo le toto-previsioni fatte già dall’inizio estate dalla Thomson Reuters a contendersi il prestigioso riconoscimento potevano essere: Michael Wigler, Charles Lee e Stephen Scherer, per studi sulla variabilità del DNA responsabile di molte malattie a base genetica; James Darnell, Robert Roeder e Robert Tjian, per ricerche sulla trascrizione e la regolazione ancora una volta dei geni; David Julius, per studi sui meccanismi molecolari che influenzano il dolore.

Pronostici, come spesso accade, smentiti: sui favoriti l’hanno spuntata John O’Keefe, May Britt Moser e Edvard Moser e le loro programmazioni spaziali cerebrali. Ai ricercatori spettano 8 milioni di corone svedesi, pari a circa 880.000 euro, che si spartiranno per il prosieguo delle loro ricerche.

I vincitori. Sono stati i primi ad essere annunciati, come ogni anno sulle altre categorie, dalla voce di Göran K. Hansson, Segretario del Comitato di Fisiologia e Medicina, con una chiara motivazione: un plauso «alle loro scoperte sulle cellule, che costituiscono un sistema avanzato di posizionamento nel cervello». Ecco chi sono i tre ricercatori insigniti.

John O'Keefe e il Gps biologico nel cervello. Classe 1939, angloamericano, fa delle neuroscienze la passione di una vita. Laureato in Psicologia fisiologica nel 1967, presso l'università canadese McGill, e dopo il dottorato si trasferisce in Gran Bretagna. Oggi lavora all'University College di Londra, dove dal 1987 a insegna Neuroscienze cognitive e dirige il Sainsbury Wellcome Centre per la ricerca sui circuiti neurali e il comportamento.Il suo nome è noto agli accademici e ricercatori per gli importanti studi sui meccanismi che portano alla formazione dell’ippocampo. Infatti nel 1971, attraverso studi di laboratorio effettuati sui ratti, scopre che alcune cellule del cervello si attivano a seconda di una determinata posizione assunta nello spazio e che queste si spengono a favore dell’accensione di altre cellule nel momento in cui si ci muove nell’ambiente. In base a questa scoperta, a lui si deve la tesi secondo cui l'ippocampo fungerebbe da mappa cognitiva per la memoria spaziale. Una sorta di Gps biologico, insomma, che regola i movimenti e gli orientamenti nel corpo in ambienti conosciuti e nuovi.

May-Britt e Edvard Moser, la quinta coppia Nobel della storia. 51 anni lei e 53 lui; entrambi neuroscienziati della Norwegian University of Science and Technology (NTNU) di Trondheim, sono la quinta coppia di coniugi a ricevere il Nobel. May-Bitt studia psicologia all'università di Oslo, dove completa il dottorato in Neurofisiologia nel 1955. Oggi insegna è professore di Neuroscienze presso l’ateneo norvegese dove dirige anche il Centro di Computazione Neurale. Edvard studia all'università di Oslo e, dopo il dottorato, con alla moglie lavora all'Università di Edimburgo e Londra. Oggi dirige l'Istituto Kavli per i Sistemi in neuroscienze a Trondheim ed è professore universitario.

Insieme, 34 anni più tardi dalla scoperta di O’Keefe, la coppia di scienziati norvegesi ha contribuito a mettere qualche tassello in più alla ‘mappa celebrale’ e delle cellule coinvolte nella localizzazione spaziale. Nel 2005 hanno infatti compreso che queste ‘antenne spaziali’ si trovano soprattutto nella parte inferiore dell’ippocampo, ovvero nella corteccia entorinale, e vanno a costituire una sorta di griglia esagonale, all’interno della quale ciascuna segue movimenti precisi secondo diversi e definiti schemi di orientamento. Insomma, formano un sistema coordinato che servirebbe al nostro organismo per non perdersi e tenere la rotta ogni volta che si sposta nell’ambiente.

Seguici sui nostri canali