Il commovente ricordo del figlio al funerale di Domenico Bosatelli: «Papà adesso lasciati servire»
Presenti il sindaco Giorgio Gori, il vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti, la senatrice Alessandra Gallone. E poi Luca Cordero di Montezemolo e Antonio Percassi. Il rettore dell’Università Sergio Cavalieri, il banchiere Emilio Zanetti.
Che stamattina ci fosse qualcosa di importante nell’aria, si capiva fin da Porta Sant’Agostino, a Bergamo Alta, dove, quasi a presidio, stazionava una pattuglia di vigili. Poi altre auto della Polizia di Stato, in Piazza Vecchia, raccontavano di un evento decisamente significativo per la Bergamasca: il funerale di Domenico Bosatelli, patron e fondatore di Gewiss.
«Un uomo di talento, capace di cogliere l’opportunità per andare oltre le stelle»: così lo ha descritto monsignor Giulio Dellavite nella sua omelia. Davanti a un duomo gremito. Centinaia di persone, fra amici, conoscenti e semplici curiosi. Tutti a portare l’ultimo saluto all’imprenditore e il cordoglio alla famiglia. Tanti volti noti, della Bergamasca e non solo, fra i banchi. Presenti il sindaco Giorgio Gori, il vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti, la senatrice Alessandra Gallone. E poi Luca Cordero di Montezemolo e Antonio Percassi. Il rettore dell’Università Sergio Cavalieri, il banchiere Emilio Zanetti.
Dal pulpito monsignor Dellavite ha ricordato Bosatelli come un uomo che sapeva guardare molto al di là: «Con la sua azienda ha portato la luce nelle case grazie a quell’invenzione che scorrerà sul dito di milioni di persone: un tasto di pianoforte al posto dei vecchi interruttori. La stessa luce che aveva dentro e con cui guardava il mondo».
«Bosatelli - ha riferito Dellavite - diceva che la fortuna è quando un talento trova un’opportunità dentro un ideale. È questo il principio che Domenico mi ha chiesto di consegnarvi per il suo ultimo saluto. Un principio al quale nelle ultime ore ha aggiunto: la fortuna diventa responsabilità nel momento in cui si trasforma in ben-essere comune».
Toccante verso la fine della messa il “Dio del Cielo” cantato dal coro degli alpini e il “Silenzio”, sulle note di una tromba. E commovente il ricordo del figlio Fabio che insieme al resto della famiglia già da qualche anno ha preso le redini di Gewiss, in qualità di presidente. «I suoi ultimi tempi sono stati sereni. Capiva che anche la vita dovesse avere un limite e non si sarebbe dispiaciuto di averne a disposizione ancora un po'. Papà adesso lasciati servire».
Il feretro è poi uscito dal Duomo fra ali di folla in cordoglio, fra applausi, strette di mano e pacche sulle spalle. Poi con la famiglia, in forma privata, si è diretto a Chorus Life, ultima grande eredità di Bosatelli alla città di Bergamo.