Il giallo della morte di Mikhail Lesin lo stratega di Putin sui media russi

Il corpo di Mikhail Lesin, noto magnate dei media russi, è stato rinvenuto privo di vita in un hotel di Washington. Una morte non di poco conto, soprattutto perché le cause della morte sono state definite accidentali, un attacco di cuore ha detto la famiglia, ma in questi casi spesso la morte naturale è un alibi per evitare di condurre analisi approfondite. Ed è subito giallo. Anche perché Lesin è solo l’ultimo di una serie di morti eccellenti nell’entourage del Cremlino, e la sua dipartita arriva a pochi giorni dall’incidente aereo nei cieli che sovrastano la Penisola del Sinai.
Figura chiave nelle stanze del potere. Quando muore un ricco magnate russo, soprattutto di questi tempi, il fatto si ammanta sempre di una dose di mistero. In questo caso ancora di più, perché Lesin non era semplicemente un ricco uomo d’affari: è stato a lungo considerato una delle più influenti figure del mercato russo dei media e della struttura del potere moscovita. Era un grande alleato del presidente russo Vladimir Putin, e grazie alla sua amicizia ha ricoperto il ruolo di capo degli affari dei media per il governo russo tra il 1999 e il 2004, ed è stato un consigliere presidenziale tra il 2004 e il 2009. Lesin è morto a 57 anni, ma i risultati dell’autopsia sono un tabu, nessuno ne è ancora venuto a conoscenza.
I misteri della permanenza a Washington. Nato l’11 luglio 1958, Mikhail Lesin durante la sua carriera ha ricoperto svariati incarichi, tutti di altissimo prestigio. Laureato in ingegneria civile è stato ministro dell’informazione oltre che capo della divisione media del colosso dell’energia Gazprom. Il sito Quartz lo ha definito lo “stratega” che ha guidato la campagna del presidente Vladimir Putin per avere il pieno controllo dei media russi. Adesso che è morto sono in molti a chiedersi cosa ci facesse a Washington, dal momento che non aveva alcun incarico ufficiale che potesse portarlo là. Inoltre desta sospetto il fatto che Lesin fosse in America dal momento che figurava tra gli oligarchi a cui le sanzioni comminate al Cremlino dall’Occidente per la crisi ucraina avrebbero dovuto annoverarlo tra gli oligarchi a cui sono state congelate le fortune e i passaporti.
Fondatore di Russia Today. Mikhail Lesin, tra le sue tante attività, era uno dei fondatori del canale televisivo Russia Today, accusato dall'opposizione di aver messo la museruola ai media russi. Russia Today è un canale tv sostenuto dal governo russo e fin da quando è nato, nel 2005, è stato accusato di essere un mezzo di propaganda. Si autodefinisce un canale di notizie che fornisce un'informazione complementare ai canali occidentali, offrendo un “diverso punto di vista”. I suoi detrattori, però, lo considerano un diffusore di disinformazione. È in onda 24 ore al giorno con notizie, documentari, programmi di approfondimento su geopolitica, economia, politica, tecnologia, interviste, talk-show, dibattiti, sport e molto altro. Viene trasmesso in tutto il mondo in più lingue: russo, inglese, spagnolo ed arabo. In Italia si chiama Sputnik News. Nel 2013 il canale venne oscurato dal governo americano che ha bloccato la diffusione di Russia Today sul territorio nordamericano con l’accusa di fare disinformazione. In realtà il fatto di essere indipendente dai finanziatori americani, RT ha sempre rappresentato una scomoda voce fuori dal coro dei media mainstream e per questo gli Stati Uniti gli hanno dichiarato guerra. Prima ancora di Russia Today Mikhail Lesin fu tra i fondatori Video International, che ancora oggi è la principale concessionaria di pubblicità in Russia. Erano gli anni di Boris Eltsin, di cui Lesin contribuì a creare il mito.
Personaggio scomodo, su cui indagare. Alla luce di quanto accaduto a Russia Today è abbastanza chiaro come Lesin fosse un personaggio scomodo, tanto che molti funzionari americani lo avevano accusato di essere il responsabile della censura su tutto quanto esulava la propaganda di governo russo. In particolare di Lesin in America non ci si è mai del tutto spiegati, almeno ufficialmente, come abbia fatto ad accumulare un patrimonio così ricco da semplice funzionario statale. Per questo motivo lo scorso anno, il senatore del Mississippi Roger Wicker aveva chiesto che fosse aperta un'indagine su Lesin, che aveva acquistato una proprietà del valore di 28 milioni di dollari a Los Angeles per la sua famiglia, per chiarire se l'acquisto di quella proprietà avesse o meno coinvolto gruppi o nomi inseriti sulla lista delle sanzioni americane. Contro Lesin venne condotta un’inchiesta con l’accusa di corruzione e riciclaggio di denaro. Oltre alle proprietà di Los Angeles, la società di Lesin nel 2011 aveva acquistato un immobile del valore di 13,8 milioni di dollari a Beverly Hills e un altro a Brentwood per 9 milioni.