Dopo l'uccisione di Mansur

Il nuovo mullah dei talebani

Il nuovo mullah dei talebani
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I talebani hanno un nuovo mullah. Si tratta del mawlawi Haibatullah Akhunzada di Kandahar, che succede al mullah Mansur, ucciso durante un raid aereo americano la scorsa settimana, c’è chi dice sabato, chi addirittura mercoledì. Mansur pare sia stato assassinato nella provincia pachistana del Baluchistan, vicino al confine afghano, mentre senza alcuna scorta viaggiava in taxi. Non era mai successo che droni americani si spingessero fino in quella zona e questo fatto ha inasprito i rapporti già tesissimi con il Pakistan, che accusa la violazione del suo spazio aereo e promette vendetta.

 

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Scelta pragmatica. Il nuovo mullah era il numero due di Mansur, che a sua volta era diventato il capo supremo dei talebani dopo la morte del mullah Omar, deceduto ufficialmente nel 2015 (in realtà ad aprile di due anni prima). Ma Mansur, a differenza di Akhunzada, non godeva dell’appoggio di tutti i talebani e per questo l'elezione di quest'ultimo viene vista come una scelta di pragmatismo, per riunificare il movimento di fronte alle gravi minacce esterne, soprattutto quelle dell’Isis, che trae giovamento dalla spaccatura. La notizia della nomina di Akhunzada è arrivata direttamente dai talebani afghani, tramite un portavoce ufficiale. «Haibatullah Akhundzada è stato nominato nuovo leader dell'Emirato islamico dopo un accordo unanime della shura. Tutti i membri della shura gli hanno giurato fedeltà», si legge in una dichiarazione. Un elemento molto importante perché significa che i talebani hanno rotto il loro silenzio e riconosciuto la morte del mullah Mansur, che fino a ieri era stata annunciata solo da fonti americane e da funzionari dell’intelligence di Kabul.

 

 

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Chi è il nuovo mullah. Haibatullah Akhunzada viene da Kandahar, la provincia da cui arriva tutta la vecchia guardia. È membro di una tribù che ha una forte influenza nella galassia talebana, una caratteristica fondamentale per ricompattare il movimento dopo la profonda crisi e le fratture che si sono verificate al suo interno. Si dice che abbia tra i 45 e i 50 anni e che nella sua vita abbia viaggiato poco e sia risieduto principalmente in Afghanistan, anche se ha sempre mantenuto ottimi rapporti con la shura di Quetta, in Pakistan, di cui è un membro storico. È un religioso salafita rigoroso ed è sempre stato un uomo di fiducia del mullah Omar. Rispettato da tutti nel movimento, Akhunzada, ha rivestito il ruolo di emanatore di fatwe, gli editti che giustificano le azioni dei talebani. Era una specie di ministro della giustizia, e vanta buone doti di mediatore. Alla vigilia della sua elezione era dato come uno dei tre possibili successori di Mansur, insieme all’altro vice, Sirajuddin Haqqani, considerato un signore della guerra, e Muhammad Yaqoub, figlio di Mansur.

 

TALEBANI (1)

 

La nomina dei suoi vice. La prima mossa di Akhunzada è stata quella di nominare i suoi due vice, che sono Haqqani, confermato al suo posto di comandante delle operazioni militari, e Mullah Yakoub, figlio del mullah Omar che si è sempre opposto a Mansur e non ha mai riconosciuto la legittimità della sua nomina a capo dei talebani. Mansour, infatti, oltre ad aver estromesso dal movimento il figlio di Omar, aveva contatti molto stretti con l’intelligence e i militari pakistani, noti per il loro atteggiamento ambiguo nei confronti di alcune fazioni talebane, ritenute uno strumento fondamentale per consentire a Islamabad di esercitare una certa influenza sulle vicende del vicino Afghanistan. Mansur dai pachistani era considerato l’uomo giusto per controllare un processo negoziale a fronte dell’exit strategy degli americani dall’Afghanistan. Questo elemento non era gradito alla vecchia guardia talebana, che ha sempre fatto traballare la sua leadership.

 

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La promessa di vendetta. Akhunzada, al contrario di Mansur, è considerato da molti una guida più spirituale che militare. Il che significa che il nuovo mullah oltre a riunificare il movimento talebano potrebbe renderlo più forte. La tv al Jazeera rivela che una fonte anonima ha dichiarato che i talebani sotto Akhunzada si impegneranno a vendicarsi contro le forze straniere e il governo afghani per l’uccisione di Mansur.

La fonte ha detto che gli attacchi continueranno e saranno più forti di prima. Una profezia che non ha tardato ad avverarsi: a poche ore dall’ufficialità dell’elezione di Akhunzada, infatti, dieci persone sono morte e quattro sono rimaste ferite a Kabul in seguito a un attacco kamikaze. Una persona si è fatta esplodere colpendo un autobus che trasportava dipendenti del tribunale della Corte d’Appello nel distretto di Paghman. La rivendicazione ufficiale non è ancora arrivata, ma sia le forze di sicurezza afghane sia i dipendenti governativi sono un target che spesso viene preso di mira dai talebani. Inoltre giorni fa i talebani avevano promesso di vendicarsi contro la magistratura afghana per la decisione del governo di impiccare alcuni dei suoi militanti.

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