Sono i mazatechi

Il popolo che parla con i fischi Viaggio nel Messico degli aztechi

Il popolo che parla con i fischi Viaggio nel Messico degli aztechi
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Nei linguaggi che comunicano tramite fischi si esplica in modo concreto il rapporto tra spazi chiusi e spazi aperti, tra vicino e lontano. Sulle montagne di Oaxaca, nel Messico centromeridionale, i matazechi parlano (anche) così. L’etnia matazeca, che al momento comprende circa 15mila persone, discende da uno dei popoli sottomessi dagli aztechi e in seguito conquistati dagli spagnoli nel Cinquecento. Al contrario dei loro antichi dominatori, i matazechi sono riusciti a sopravvivere grazie all’aiuto dei missionari domenicani, giunti sulle sponde del Messico nel terzo decennio del XVI secolo. La loro lingua era ed è il chinantecan, solo uno dei sessantadue idiomi parlati dai sedici gruppi etnici che popolano la regione. La ricchezza linguistica è sorprendente ed è fortunatamente tenuta viva ancora oggi. Molti degli anziani mazatechi infatti non conoscono lo spagnolo. La lingua ufficiale messicana viene insegnata solo nelle scuole, poiché nelle case si parla esclusivamente il chinantecan e, inoltre, ogni ragazzo che giunga alla soglia dei diciott’anni deve sostenere un esame che provi la sua competenza linguistica in fatto di fischi. Se non è ritenuto idoneo, deve pagare una multa, poiché conoscere la lingua dei fischi è fondamentale per essere ritenuto a tutti gli effetti un adulto in grado di badare a se stesso.

 

Le lingue del Messico: il chinantecan è la nr. 9

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Come funziona il linguaggio dei fischi. Il chinantecan è una lingua tonale: come il cinese, ciascun termine può avere un significato diverso, a seconda dell’inflessione vocale assunta. La lingua india possiede ben sette toni e più di venti contrasti melodici, un grande numero di variazioni foniche che predispone l’idioma ad essere trasposto in un corrispondente linguaggio “fischiato”. Un linguista dell’Università dell’Alaska, David Yetman, ha rilevato come l’andamento sonoro dei fischi riproduca esattamente quello dell’espressione verbale. Non solo i toni sono gli stessi, ma anche il numero delle sillabe e la posizione delle pause sono identiche. Semplificando, si potrebbe dire che con i fischi i matazechi estraggono la struttura fonica delle parole, togliendo l’articolazione alfabetica. La spiegazione data da Yetman è stata raccolta dal documentarista e giornalista Mark Sicoli, il quale si è recato nella capitale del popolo matazeco, San Pedro, e ha girato un reportage sul loro straordinario idioma, Whistles in the mist: whistled speech in OaxacaFischi nella foschia: il linguaggio fischiato a Oaxaca. Come riporta Sicoli, i giovani tengono intere conversazioni fischiandosi l’un l’altro, mentre è raro che un anziano faccia lo stesso. Si tratta, beninteso, di scambi comunicativi non complessi, per lo più legati a questioni pratiche. Un giovane matazeco di nome Pedro racconta: «Un padre potrebbe aver mandato suo figlio a comprare delle tortillas ma si è dimenticato di chiedergli di prendere anche dei pomodori. Se il ragazzo è troppo lontano per sentire, il padre può dargli istruzioni fischiando. Per distinguere i parlanti, ognuno di noi ha un fischio personalizzato». Ci sono cose che non si riescono a comunicare con i fischi, ma sono relativamente poche.

 

 

Un idioma che riflette il paesaggio. La lingua fischiata nasce dal bisogno di trasmettere informazioni a grandi distanze, come da una montagna all’altra, o da un campo all’altro. L’ambiente è inoltre molto umido ed è spesso immerso nella nebbia, dunque è probabile che i fischi servano anche come radar per capire la posizione degli altri. I fischi dei matazechi conoscono varie intensità, basate sulla distanza a cui si trovano i due parlanti. Se sono vicini, il fischio ha un’intensità ridotta, se sono lontani la forza d’emissione del suono aumenta progressivamente. Alla fine di ciascuna frase il tono di voce cala, quasi a segnalare la presenza di un punto fermo (lo stop dei telegrammi, per intenderci). C’è poi una sorta di norma tacita che viene sempre rispettata, una norma di coerenza contestuale. Se colui al quale ci si rivolge si trova in un campo di grano, ad esempio, la conversazione verterà prevalentemente su attività legate a quel campo di grano. La lingua india, perciò, non solo è strettamente legata alla geografia del luogo in cui è stata sviluppata, e al suo clima, ma anche alla contingenza del momento comunicativo stesso.

 

 

Linguaggio maschile, ma non per discriminazione. La lingua fischiata è appannaggio esclusivamente maschile, ma non per ragioni di discriminazione di genere. La ragione, ancora una volta, la si trova nel modo di vivere tradizionale dei matazechi. Le donne comandano in casa e in famiglia, il loro è un regno piccolo, confinato tra le mura domestiche. Per questo motivo, non hanno mai avuto bisogno di ricorrere ai fischi per parlare l’una con l’altra. Sebbene comprendano ciò che dicono gli uomini, si esprimono solo verbalmente. Gli uomini, al contrario, sono contadini, ricoprono lunghe distanze a piedi ed è spesso difficile incontrarsi con i compagni. I fischi garantiscono una forma di connessione sociale e sono utilissimi per accordarsi sul lavoro da svolgere senza doversi spostare dal proprio campo.

Gli altri linguaggi fischiati. I mazatechi non sono gli unici a parlare in questo modo così peculiare. Nel mondo esistono infatti quarantadue idiomi fischiati e tutti si trovano in luoghi molto montuosi oppure ricoperti da foreste, dove una comunicazione “normale” sarebbe piuttosto difficile. Alcune di tali zone si trovano in Turchia, in Cina, in Brasile e nelle isole Canarie, dove il silbo gomero è anche una delle più antiche lingue di questo tipo.

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