Intervista a tutto campo a Silvio Garattini: «Oggi la medicina è diventata un grande business»
Lo scienziato fondatore del Mario Negri: «Si fa poca prevenzione, al centro c’è la crescita degli interessi economici, non certo il paziente». La salute? «Dovrebbe essere insegnata a scuola»

di Bruno Silini
In molti venderebbero l’anima al diavolo per arrivare a 95 anni come Silvio Garattini, ricercatore di fama internazionale, fondatore e presidente dell’Istituto Mario Negri. Un analista lucido e indipendente, capace di una visione d’insieme del mondo della sanità, oscurata da interessi di parte e dalle regole spietate del mercato.
Si dice che lei a mezzogiorno non mangi... È così?
«È così. Prendo solo una spremuta d’arancia».
E le basta?
«Ho sempre mangiato poco, anche perché mangiare molto non è utile per la salute. Tutto dimostrato scientificamente da molte ricerche su animali da esperimento. Si fanno due gruppi: il primo gruppo mangia quello che vuole, il secondo mangia il 30 per cento in meno del primo. È risultato che mangiare poco è un fattore importante per la longevità. In fondo lo dicevano anche i nostri nonni che era meglio alzarsi da tavola con un po’ di fame. Allora lo dicevano a scopo consolatorio perché si aveva poco da mangiare. Adesso i frigoriferi sono pieni... Se poi al mangiare poco si aggiunge un’attività di tipo fisico si aumenta la probabilità di avere una vita sana più lunga. Ecco, parliamo di probabilità, perché poi ci sono anche cose che possono capitare indipendentemente dalle buone abitudini di vita».
A un convegno di pensionati ha detto che anche smettere di lavorare può essere deleterio per la salute.
«Sì, certamente. Anche qui la ricerca lo dimostra».
Ma per molti il posto di lavoro è un inferno in Terra e l’arrivo della pensione una benedizione.
«Nel mio caso, è stato facile perché la ricerca è una cosa che mi ha sempre appassionato e quindi io continuo a lavorare come prima, nonostante il lungo chilometraggio. Però mi rendo conto che non tutti i lavori sono interessanti. Per questo dico che ci si dovrebbe preparare al periodo della pensione sviluppando altri tipi di interessi: per il volontariato, per qualcosa che non si è potuto fare precedentemente. L’importante è continuare a rimanere occupati, poiché un fattore importante per mantenere buona l’attività cognitiva è quello di avere molti rapporti con altre persone andando al cinema, a teatro, a visitare mostre e fare in modo che il cervello non si impigrisca».
La Settimana Enigmistica va bene?
«Anche quella aiuta».
Come sta la sanità lombarda?
«Non molto bene. I problemi sono tanti. Come le liste d’attesa troppe lunghe, che rappresentano una vera e propria disuguaglianza sociale, perché se uno ha dei soldi, attraverso l’intramoenia (la libera professione del medico fuori dall’orario di lavoro nel pubblico, ndr), può avere tutto quello che gli serve in tempi molto rapidi. Se i soldi non li ha, deve aspettare. Tutto ciò riporta al passato (...)