Ivan il Terribile e la Curva Nord

Pubblicato:
Aggiornato:

Caro Direttore,

do you remember Ivan il Terribile, alias Ivan Bogdanov, gran capo ultrà serbo che nel 2010 mise a ferro e fuoco Marassi, in occasione di Italia-Serbia? Era il 12 ottobre, la partita venne sospesa per il lancio di fumogeni verso la gradinata Nord, il bombardamento di petardi in campo e quel signore di robusta stazza e rasato pelo, a volto coperto e con un teschio sulla maglia nera orchestrava i suoi accoliti, prima di essere arrestato. Meno di sei anni dopo, Ivan, che ha scontato l'ultima condanna in patria nel 2013, è improvvisante ricomparso mercoledì scorso in uno stadio italiano, il Mapei di Reggio Emilia, teatro della netta vittoria del Sassuolo sulla Stella Rossa Belgrado in Europa League.

Bene, anzi male perché a pensar male si fa peccato, ma qualche volta s'indovina. Fermo restando il diritto del signor Bogdanov di frequentare gli stadi tricolori se ha i conti in regola con la legge, il discorso è un altro. Perché il pensiero corre subito a Bergamo e ai tifosi dell'Atalanta, segnatamente alla Curva Nord, i quali, negli ultimi tre anni sono stati vessati da tali e tanti provvedimenti restrittivi che manco Ivan il Terribile avrebbe potuto contemplare. Eppure, caro Direttore, Bergamo Post ha forse registrato le levate di scudi dei moralisti d'accatto in servizio permanente effettivo?

Quelli che si precipitavano a Roma a chiedere provvedimenti esemplari al Viminale contro i barbari orobici dopo gli incidenti post Atalanta-Roma (novembre 2014) o post Atalanta-Inter (gennaio 2016), dei quali siamo ancora in attesa di conoscere i nomi dei responsabili?

Quelli che si stracciavano le vesti ululando: ora basta!

Quelli che criticavano Percassi perché partecipava alla Festa della Dea insieme con i dirigenti e con la squadra?

Quelli che non hanno mosso un dito dopo il bando per sei trasferte consecutive inflitto non agli ultrà, ma ai tifosi organizzati, notoriamente armati di pane, salame e Valcalepio doc?

O vogliamo parlare della chiusura del baretto dello stadio per quattro partite interne consecutive, imposta ricorrendo a una norma del regime fascista?

Per non dire della farsa che precedette Atalanta-Chievo, con il divieto d'accesso in curva ai non possessori della tessera del tifoso, poi revocato di fronte a un'autentica sollevazione popolare.

Tutto questo, probabilmente farebbe sorridere Ivan il Terribile. A noi fa solo rabbia.

Seguici sui nostri canali