La posta degli amori sfigati I coinquilini migliorano sempre

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Cara Alba,
Dopo cinque anni di fidanzamento, non vedevo l’ora di andare a vivere con lui. La nostra storia è sempre stata... bella, non saprei definirla diversamente. Da quando ci siamo innamorati, non abbiamo mai avuto momenti di indecisione o rottura. Certo, qualche screzio, ma nulla di preoccupante. Per questo, quando a inizio anno abbiamo deciso di condividere finalmente anche un tetto, il sentimento prevalente era l’entusiasmo. Oggi, dopo i primi mesi di convivenza, le cose sono un po’ cambiate. O meglio: lo amo ancora, ovvio, ma immaginavo la nostra vita insieme diversa. Lui è spesso stanco, svogliato, è molto disordinato (cosa che già sapevo, però...), pretende senza nulla dare. E io, invece che godermela, sono sempre più stressata e nervosa, cosa che lui non manca di farmi notare. Non so cosa sia successo, ma ho l’impressione e il terrore che si sia rotto qualcosa tra noi...
Elisabetta

Cara Elisabetta,
Mi parli dunque della trasformazione della magia della condivisione della vita in bieco coinquilinaggio. Il tema mi è molto caro, anche io ho dei coinquilini. Tutto nella vita ha un prezzo, bisognerebbe essere capaci solo di pagare sorridendo e incassare con classe, a seconda delle volte. Le case fanno schifo, i vestiti si ritrovano tutti su una poltrona, non si capisce bene perché. Stirare è una pena necessaria ma penalizzante, i coinquilini disordinati sono la dimostrazione che stare soli e stare tranquilli è una condizione ideale, impossibile, contraddittoria e, onestamente, anche sconsigliata. Il coinquilino alla fine migliora sempre un po’; un bel giorno, anche solo per curiosità, costui afferrerà l’aspirapolvere e si metterà in contatto con una nuova parte di sé. Se si è rotto qualcosa tra voi, vedrai che la riparerà. I coinquilini che amiamo fanno anche questo.

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