La posta degli amori sfigati La posizione perfetta del tradito

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Cara Alba,
Sono convinta ci siano cose più grandi di noi, cose che non possiamo né mai potremo controllare. Sto parlando di fede, di destino. Di strade segnate su cui le nostre vite scorrono. La mia strada si è unita, ormai ben diciannove anni fa, a quella di Giorgio. Ci siamo conosciuti sui banchi di scuola e abbiamo capito che dovevamo stare insieme. Non so perché, era semplicemente scritto. E i nostri due piccoli sono il dono più grande che potevamo ricevere. Purtroppo le cose, ultimamente, non vanno benissimo. Ho scoperto che Giorgio mi tradisce. O meglio, di certo mi ha tradita, poi non so se continui a farlo. Immagino e temo di sì, ma io non gli ho detto nulla. Il dolore che ho provato e che provo è così grande che mi viene difficile anche solo immaginare di poterne parlare con lui. Con chiunque anzi. L’unica persona a cui l’ho confessato mi ha consigliato di mollarlo, di scappare, di non accettare un’umiliazione così pesante. E la tentazione c’è, ovvio. Però mi chiedo: chi sono io per scappare, per rompere un vincolo benedetto dal Signore? Chi sono io per decidere che ciò che mi sta succedendo è sbagliato? Nessuno, mi rispondo. Sperando che ne valga la pena...
Giuditta

Cara Giuditta,
Tra la varie promesse codificate che il matrimonio benedice, uguali per tutti anche se siamo tutti diversi, uguali da millenni anche se non siamo più quelli, c’è pure la fedeltà. Stai con me, solo con me, con me per sempre; solo io significherò per te casa, amore, mutuo, figli, e perché no Natale. Due si sposano perché se uno se ne va, o tradisce o è stanco o si innamora di altri o smette di prendersi cura del suo tetto, almeno è cattivo. È venuto meno a un patto, è condannabile, è bugiardo, è vigliacco. Stessa cosa dice la legge italiana: il cornuto ha diritto a fare l’offeso e a restarci male, e se rimane nonostante l’offesa non viene indagato nella sua vigliaccheria (destino che viene riservato d’ufficio al traditore) ma è magnanimo e caritatevole. Sulla carta è un piano perfetto, e in effetti lo è. Chi ha inventato l’istituto del matrimonio è un genio dell’antropologia, della psicologia e del diritto. Scrittori e avvocati dovrebbero inchinarsi. Anche chi ha inventato il tradimento, però, non se l’è cavata male. Una trappola nella trappola: io sono un traditore, un egoista, vedi tu che fare. Sei in una posizione perfetta. Avresti in ogni caso ragione, sia se scegliessi di restare che se scegliessi di andare. Il Signore ha benedetto un legame che non sei stata tu a sciogliere e nessuno indagherà sulle tue ragioni. Del resto, «hanno ragione tutti. Chi vuole tradire per indole tradisca. Chi vuole tradire perché si sente trascurato tradisca. Chi vuole tradire per noia tradisca. Chi vuole tradire per allegria tradisca. Chi vuole tradire per leggerezza tradisca. Chi vuole tradire per abitudine tradisca. Chi vuole tradire per troiaggine tradisca, padroni. Ma ripeto e ripeto e ripeto ancora: chi ama non tradisce». Parole di Mina.

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