La posta degli amori sfigati Chi ti merita non ti fa soffrire

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Cara Alba,
Ha detto che mi ama. Lo ha detto guardandomi negli occhi, senza esitazioni e senza che io gli chiedessi nulla. Me lo ha detto dopo che, per l’ennesima volta, si era dimenticato il nostro appuntamento. Ha detto che devo scusarlo, perché il suo lavoro non prevede orari o soste. Anzi, mi ha detto di “capirlo”. E io lo scuso, se mi ama. Ma capirlo... non ho il dono di capirlo, siamo troppo diversi. Io banale e ripetitiva, lui geniale e irrequieto. Non gli basto, non gli posso bastare. Chissà quante altre ha avuto... Io so soltanto di una. Però mi ama. Mi chiedo come sia possibile amare me e andare con un’altra sapendo che lo avrei scoperto. Perché così è andata, sapeva lo avrei saputo. E allora perché? Per mettermi alla prova? Per testarmi? Per capire quanto fossi succube di lui, della sua intelligenza, delle sue parole in grado di accendermi un sorriso in volto anche nei giorni più cupi? È così, sì. Dice che mi ama, ma il problema è che non gli credo. Vorrei, me lo impongo, ma non gli credo. Ma non riesco a dire basta.
Beatrice

Cara Beatrice,
Quante cavolate che ci raccontiamo. Quante stupidate che facciamo entrare nel nostro cervello trasformandole in convinzioni granitiche. «Non sono abbastanza», dici. «Banale e ripetitiva». È il primo segnale che ti sei innamorata di una grandissima fregatura, la mancanza di autostima. E quindi via di lista delle cose da fare: scrivere, non scrivere, essere presente e affezionata, essere distaccata, essere desiderabile, fare la capricciosa, essere comprensiva, essere sempre truccata. Il minimo per essere all’altezza di questo fantomatico soggetto meraviglioso. Ma analizziamo i suoi meriti: lavorare un sacco, chiamare poco, tradirti, farti sentire una nullità, chiederti l’impossibile, asservirti, farti scrivere lettere alla Posta degli amori sfigati. Be’, proprio un tesoro da tenersi stretto. Ma è tutto secondo copione, cara Beatrice. Prendersi una sbandata per una sciagura del genere è successo a tutti e quando finisce quello che avrai davanti sarà, se ti è andata bene, una persona normale. Nei casi peggiori, uno sfigato. Nella maggior parte dei casi, un mediocre. Meno tempo ci investi, meglio è. Quando ti passerà, la cosa più difficile da digerire non sarà l’errore di valutazione, ma il tempo buttato. Le ore perse con lo stomaco chiuso, le occasioni mancate. Gli sguardi ossessivi al telefono e la notifica che non arriva. Sbrigati a scappare. Le persone che meritano la tua attenzione non ce la fanno proprio a darti un dolore.

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