Su la testa Dea e onore ai suoi tifosi
Su la testa, Atalanta. La sconfitta di Torino è netta, con poche attenuanti, ma non inficia minimamente la straordinaria stagione fin qui disputata dai nerazzurri. Che, dopo 8 vittorie e 1 pareggio nelle ultime 9 gare, è caduta in casa dei campioni d'Italia, primi in classifica.
Negli ultimi cinque anni, la Juve in campionato non ha mai sbagliato due partite di fila. La ventiquattresima vittoria consecutiva allo Stadium, autentico fortino bianconero, conferma la regola. L'Atalanta aveva cominciato bene, ma il micidiale uno-due di Alex Sandro e Rugani le ha piegato le gambe. La squadra si è disunita, ha cercato di reagire nel finale del primo tempo, pero' il tris del bravissimo Mandzukic ha negato la speranza della rimonta. Ciò non toglie che sarebbe ingeneroso, improvvido e fuori luogo pensare che il sogno europeo si sia infranto a Torino. Tutt'altro.
Primo, perché a disposizione ci sono ancora 69 punti. Secondo, perché, quando otto undicesimi della squadra in campo allo Stadium sono nati dopo il '90 è umano, è logico, è naturale che essi accusino il divario tecnico con la formazione che domina il calcio italiano da cinque anni, si è aritmeticamente qualificata con un turno d'anticipo agli ottavi di Champions League. Terzo - e lo dimostra il gol di Freuler come il coraggioso finale di partita - queste sono sconfitte che, comunque, contribuiscono alla crescita di una squadra molto giovane e molto talentuosa.
La Dea saprà subito rialzare la testa, forte anche del sostegno dei suoi straordinari tifosi. I duemila presenti allo Stadium non hanno smesso un attimo di incitare i nerazzurri, con una passione ammirevole. Su la testa, Atalanta. Il meglio deve ancora venire.