Lapo Elkann in cinque scivoloni

La pecora nera di casa Agnelli, Lapo Elkann, ha colpito ancora. Dal 2007 impegnato nel mondo della moda con la sua Italia Indipendent, non è riuscito a tenersi lontano dai guai in un viaggio che, teoricamente, sarebbe dovuto essere di lavoro. Volato a New York per il giorno del ringraziamento, pare proprio che il rampollo della ricca famiglia ne abbia combinata un'altra delle sue. L'ultima di una serie assai lunga tra bravate e situazioni, invece, ben più delicate in cui ha messo a rischio anche la propria vita. Ripercorriamone alcune, chiudendo con quella che ha fatto notizia nelle ultime ore.
Quando si dice angelo custode
Era la notte dell'11 ottobre 2005 quando Elkann viene ricoverato d'urgenza nel reparto di rianimazione dell'ospedale Mauriziano di Torino. Il motivo? Una overdose data da un mix di oppio, cocaina e eroina che quel giorno potevano essergli fatali se non fosse intervenuto Donato Broco, in arte la trans Patrizia. Passata alle cronaca anche nel processo contro Fabrizio Corona, è stato l'unico, tra i partecipanti al trans-festino, a chiamare i soccorsi accortosi del malore del rampollo. Lo stesso giorno, la allora fidanzata Martina Stella rilasciò un comunicato stampa in cui sosteneva che la loro love story fosse finita da tempo per «impegni di lavoro e stili di vita diversi».
«Tutte le Fiat sono mie!»
A contribuire a gran parte delle bravate dell'imprenditore sono, purtroppo, l'abuso (o il presunto tale) di alcool e droga. Come è successo nel lontano luglio 2008, quando assieme ad alcuni amici, dopo aver alzato un po' troppo il gomito, decise di rubare la macchina di uno sfortunato tassista di Capri. L'autista, sconcertato, ebbe comprensibilmente da ridire, ma fu così zittito da Lapo: «Il suo taxi è una Fiat Multipla e tutte le Fiat sono mie».
Una brevissima carriera in Nba
Sono pochi i giocatori italiani che hanno avuto l'onore di giocare nel campionato Nba di basket. Ovviamente Lapo non poteva farsi mancare un'esperienza del genere. E così decise, a un minuto e quarantotto dalla fine del match tra Toronto Raptors e Los Angels Lakers, di stoppare un pallone non ancora uscito dal campo al playmaker di Toronto Josè Calderon. Era marzo del 2010, le immagini dell'accaduto fecero il giro del mondo, e la Lapo si giustificò così: «Ho visto la palla che arrivava e l'ho semplicemente spinta». Considerando che la sfida è terminata con la vittoria di LA per un tiro sulla sirena di Kobe Bryant, il gesto ha davvero lasciato il segno. A chiudere in bellezza l'applauso di Adam Levine (cantante dei Maroon Five) che, tifoso dei Lakers, ha "apprezzato" il gesto tecnico dell'italiano.
Codice della strada, che storia è mai questa?
Shakespeare disse: «Tutto il mondo è un palcoscenico». E il buon vecchio Lapo ha deciso di far suo il motto in una chiave particolare: «Tutta la città è un parcheggio». Così, nel settembre 2011, decise di lasciare il suo suv (dai discutibili colori) sulle rotaie milanesi della linea 3 del tram, paralizzando il traffico lungo tutto corso San Gottardo. Oltre ad una doppia multa (una per divieto di sosta e una per interruzione di pubblico servizio), il ricco imprenditore si prese una pioggia di insulti, rischiando anche di essere picchiato da alcuni presenti.
«Aiuto salvatemi!»
Questo è il video che Lapo ha pubblicato sulla propria pagina Instagram prima della partenza per New York e dove parlava di nuovi progetti. Difficile pensare che si riferisse al suo arresto avvenuto poi nella Grande Mela. Come riportato da diversi media, nazionali e internazionali, Lapo Elkann, sabato 26 novembre, dopo aver passato due notti insieme a una escort trans e aver abusato di marijuana e cocaina, pare dovesse alla sua compagna d'avventura una cifra pari a 10mila dollari, ma avesse terminato i soldi a sua disposizione. Invece di andare a prelevare (o forse non potendo farlo), ha preferito telefonare, disperato, ai familiari, inventandosi di essere stato sequestrato da una donna che lo teneva prigioniero e che chiedeva 10mila dollari per liberarlo. La famiglia, naturalmente insospettita, invece che fornirgli il denaro ha pensato bene di avvertire le autorità, le quali sono presto intervenute smascherando il rampollo. Che è stato dunque arrestato e poi liberato.