L’Atalanta superstar e gli gnomi turibolanti

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Il gioco. Ecco perché può puntare all’Europa l’Atalanta sesta in classifica dopo 11 partite, capace di vincere cinque delle ultime sei gare, pareggiando la sesta e viaggiando con un’autentica media scudetto. Perché l’Atalanta ha un gioco. E, di questo, dobbiamo ascrivere il merito assoluto a Gian Piero Gasperini.
La spettacolare vittoria sul Genoa, scaturita da tre gol l’uno più bello dell’altro e tutti su azione, è il certificato di uno stato di grazia che legittima le ambizioni di Europa League. La metamorfosi tattica di Kurtic ha letteralmente squinternato il centrocampo del Grifone firmando una doppietta che ricorderà a lungo; la maturazione tecnica di Gagliardini, un ragazzo di Zingonia letteralmente trasformato dalla cura Gasp; lo strapotere fisico di Petagna, centravanti nel significato più pieno del ruolo; la dimensione di Gomez che ancora una volta ha dimostrato a Ventura quanto meriti la convocazione in Nazionale, gli strepitosi riflessi di Berisha: c’è soltanto l’imbarazzo della scelta in calce al 3-0 che sta facendo volare Bergamo. Ecco, qui sta il punto. Dobbiamo essere grati a Gasperini e a questa Atalanta, non solo per il pazzesco campionato che stanno disputando. Ma, soprattutto, perché sono un incredibile veicolo di gioia e di entusiasmo, i sentimenti che provano i tifosi nerazzurri e si respirano a ogni pié sospinto, allo stadio, nei commenti per strada e non soltanto sui social.
Grazie a Dio, questa Atalanta non è una realtà virtuale, ma è così concreta da far sognare chi la ama. Chi la ama per davvero, s’intende. Non i farisei che in questi anni hanno sistematicamente criticato le scelte di Percassi e della società, manco fossero loro i proprietari; quelli che hanno criminalizzato, irriso, infierito sulla Curva Nord e su una delle tifoserie più appassionate d’Italia, tartassata da provvedimenti liberticidi, mai difesa dagli incollati alla poltrona che, se  conoscessero il pudore, per prima cosa avrebbero dovuto difenderla dagli attacchi dei benpensanti che turibolano ipocrisia. Tutto questo bisogna ricordare, una volta di più, nei giorni della cavalcata trionfale di una squadra salita tanto in alto, da rendere ancora più piccoli gli gnomi al cospetto dei suoi inarrivabili tifosi.
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