L'incredibile settimana di Elena Lavora qui ma studia a Porto

C’è chi l’aereo lo prende per andare in vacanza, chi per lavoro, chi per tornare dai familiari nella città natìa. Per Elena Zucchinelli l’aereo è il mezzo di trasporto per andare all’Università. È la nuova frontiera del pendolarismo, reso possibile grazie a collegamenti rapidi e a un aeroporto a due passi da casa. Elena, 24 anni, laureata con i massimi voti in Igiene dentale all’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano, lavora in Italia e studia per specializzarsi in Portogallo. «Ho una settimana estremamente organizzata. Tutto sta nel far combaciare le coincidenze di orari e trasferte – spiega Elena – Cerco di prenotare con anticipo i voli per aggiudicarmi le migliori offerte di Ryanair, in primavera ed estate i biglietti costano molto di più, così li ho già presi fino a giugno. Sarebbe bello esistesse un abbonamento come quello del treno!».
Una vita con la valigia. La settimana inizia lunedì con il lavoro di tutor al San Raffaele di Milano, dalla mattina alla sera, il rientro a casa ospite della sorella Anna, studentessa di Giurisprudenza per avere qualche ora dopo cena da ritagliare per ripassare gli appunti delle lezioni. La mattina già si riparte, a Capriate per lavorare tutto il giorno nello studio dentistico del padre, mentre due martedì al mese il pomeriggio in una clinica odontoiatrica ad Albano Sant’Alessandro, con pausa pranzo in autostrada. Il mercoledì il lavoro la porta a Lecco, la sera torna a casa dai genitori a Bergamo e ne approfitta per studiare fino a tardi. Il giovedì mattina di nuovo in auto, alla volta di Clusone, dove lavora fino alle 13. Di corsa in aeroporto alle 15,30 perché decolla con il volo delle 17,20 per Porto.
«I miei amici mi chiamano “la ragazza con il trolley”, vivo con la valigia pronta. È come avere una doppia personalità: in settimana professionista in clinica in Italia e nel weekend studentessa in Portogallo, con lingua, cibo e vestiti diversi - racconta Elena -. A volte è un po’ disorientante, è una vita frenetica, ma dopo qualche settimana ci si abitua e diventa una routine. Ho compagni di corso all’Università di Porto che vivono e lavorano in Friuli e Veneto e vengono appositamente a Orio. Non ho mai avuto disguidi, sempre massima efficienza e puntualità e se c’è molta coda al controllo bagagli, faccio il fast track».
Nella città portoghese frequenta l’università il venerdì e il sabato a tempo pieno, tra esami e test settimanali. La domenica mattina alle 6,30 è nuovamente in aeroporto per tornare a Bergamo con il volo delle 8 e dedicare il pomeriggio allo studio. «Ogni momento è utile per studiare – prosegue Elena –. Il viaggio aereo dura circa due ore e quaranta, cerco di tenermi sveglia e sfruttare questo tempo. Il mio fidanzato e i miei familiari mi supportano e questo è molto importante per me, ho fatto una scelta impegnativa e la mia vita sarà così per altri tre anni. Giovedì è stato il mio venticinquesimo volo da pendolare».
Cosa non può mancare nella valigia della perfetta “Europe trotter”? «I libri di testo, ovviamente, il computer da cui non mi separo mai, un piccolo beauty con i cosmetici adatti per il bagaglio a mano, uno spuntino e poi maglioni, calze e biancheria caldissimi – rivela – perché a Porto non si usa avere il riscaldamento in casa nemmeno in questo periodo ed è davvero molto umido essendo una città che si affaccia sull’oceano».
Una finestra aperta sull’Europa. Elena rappresenta molto di più della cosiddetta “generazione Erasmus”, quella dei giovani abituati a viaggiare attraverso le università d’Europa, incarna non solo la forza di volontà della studentessa che mira a migliorare la propria preparazione, ma anche della lavoratrice tenace che guarda alla Comunità europea per le opportunità che può offrire. «Amo l’Italia, è il mio Paese e vorrei restarci – dichiara Elena –. Di sicuro, però, questa esperienza mi ha fatto sentire molto europea e trovo arricchente lo scambio interculturale che si crea stando a contatto con studenti che arrivano da tutto il continente, ti amplia la visione del mondo. Inoltre ho imparato lingue nuove, a partire proprio dal portoghese». Questa formula, grazie al Processo di Bologna che consente di frequentare diversi Atenei dell’Unione, dà la possibilità di lavorare e fare esperienza pratica sul campo e al contempo di conseguire la laurea riconosciuta a livello europeo. Per tanti giovani professionisti frequentare l’Università a tempo pieno per specializzarsi non è compatibile con le esigenze lavorative.