Morto all'età di 40 anni

Lomu, il Ronaldo della palla ovale Addio alla leggenda del rugby

Lomu, il Ronaldo della palla ovale Addio alla leggenda del rugby
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Questa notte, stroncato da un improvviso arresto cardiaco, è morto Jonah Lomu, leggendario giocatore di rugby neozelandese. Lomu era affetto da gravi problemi renali già da parecchi anni, che ne influenzarono pesantemente anche la carriera, ma non è ancora chiaro se l’infarto sia legato alla malattia. Ma a prescindere dall’eziologia, nulla sciacqua le lacrime del mondo del rugby che piange uno dei suoi più grandi interpreti di sempre, se non proprio il più eccelso. Probabilmente, per il fatto che già di per sé il rugby non sia un sport particolarmente diffuso qui in Italia, Lomu è un personaggio poco conosciuto, per quanto rappresenti per il mondo della palla ovale una vera e propria divinità. Per capire Jonah Lomu, allora, si può fare un paragone con un altro personaggio dello sport, decisamente più noto dalle nostre parti, la cui carriera e il cui significato sono incredibilmente simili a quelli del neozelandese: Luis Nazario da Lima, ovvero Ronaldo.

 

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Due vite pressoché identiche. Nati a poco più di un anno di distanza, Ronaldo e Lomu condividono un’infanzia poverissima e dedita al tentativo di riscatto sociale attraverso il medesimo strumento: lo sport, con una palla rotonda l’uno, da buon brasiliano, e una ovale l’altro, da autentico neozelandese. Entrambi, dunque, sono cittadini dei Paesi più rappresentativi di questi due sport: perché come il Brasile è l’Eden del calcio, quando si pensa al rugby si pensa subito alla Nuova Zelanda. Il 1994 segna un punto di svolta: Ronaldo viene convocato, appena 18enne, dalla nazionale del suo Paese per partecipare al vittorioso Mondiale statunitense; così come Jonah, nello stesso anno, divenne quello che all’epoca fu il più giovane esordiente nei celeberrimi All Blacks, la nazionale di rugby della Nuova Zelanda.

 

[L'haka degli studenti del Wesley College per Jonah Lomu]

 

Unici nel loro stile. Da questo momento in poi, Ronaldo e Lomu si affermano, nel giro di poco tempo, come i migliori al mondo. Interpreti di due ruoli tutto sommato analoghi (come l’attaccante ha il compito di segnare, così il tre quarti ala, collocazione di Jonah, è adibito a fare meta), Ronaldo e Lomu non sono stati dei rivoluzionari del loro sport: non hanno portato alcuna innovazione, nessuna idea sportiva particolarmente innovativa. Sono stati semplicemente due giocatori dalla manifesta superiorità ai limiti dell’imbarazzo. Così come Ronaldo, quando prendeva palla e aveva anche solo 10 centimetri per cominciare a correre, dava vita ad uno spettacolo che faceva sembrare gli avversari degli inutili cameo cinematografici, allo stesso modo Lomu, quando decideva che voleva andare a meta, la faceva sembrare la cosa più naturale e banale al mondo: scattava, travolgeva, umiliava, schiacciava la palla oltre la linea, e se ne andava come avesse fatto una leggera corsetta per prendere l’autobus.

 

Ronaldo

Simboli in breve tempo. Ben presto, Ronaldo e Jonah divengono i simboli di calcio e rugby, l’interpretazione più alta e naturalmente superiore di due universi sportivi che li venerano, che li concepiscono come essere sovrannaturali che hanno deciso spendere un po’ di tempo per dimostrare ai comuni mortali che quello che finora hanno praticato non era né calcio né rugby, ma un burlesque di concetti, movimenti e giocate che trovavano pieno significato solo in loro due. Il resto era inutile paccottiglia, cianfrusaglie abbandonate, banali corollari alle verità di Ronnie e di Jonah.

 

https://youtu.be/oEv-HBNpklo

 

1999: l’inizio della fine. Ma proprio nel momento in cui Ronaldo e Lomu si sono presi definitivamente lo scettro dei migliori in assoluto, ad appena 24 e 25 anni e lasciando quindi solo immaginare cosa ancora potessero ancora combinare, proprio i loro corpi diventano la causa del loro crollo: le ginocchia per uno, i reni per l’altro. Ronaldo, nel novembre del 1999, si infortuna gravemente, segnando l’inizio di un calvario che, eccezion fatta per quella tragica manciata di minuti in finale di Coppa Italia contro la Lazio di qualche mese dopo, lo vedrà riabilitarsi solo dopo più di due anni; nello stesso anno, a Lomu viene diagnosticata una particolare malattia dei reni, che lo avrebbero portato successivamente a dover interrompere l’attività professionistica per sottoporsi a trapianto. È per entrambi, sostanzialmente, la fine per ciò che fino a quel momento avevano rappresentato. Ronaldo e Jonah, dopo lunghe e tortuose riabilitazioni, tornano a giocare, ma senza mai più riuscire a toccare le vette, inarrivabili per chiunque altro, degli anni più splendenti.

 

 

Hanno vinto poco, in proporzione. Il ritiro arriva per tutti e due a 35 anni. Curiosamente, in carriera hanno vinto pochissimo rispetto a quello che il loro talento avrebbe dovuto permettere, in situazione fisiologica. Questo, in maniera senz’altro non sufficiente a renderne pienamente tributo, è stato Jonah Lomu. Immaginatevi cosa dovesse significare, per il mondo del calcio, la scomparsa di Ronaldo. Ecco, pensateci bene, poi pensate a Jonah e sarà lampante come mai, oggi, il rugby è in lutto più che mai.

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