Consigliera comunale da 12 anni

Luisa Pecce, la sentinella della città, nemica degli spacciatori

Leghista della prima ora, ha costruito una rete di "vedette" e presentato un apprezzato documento sui punti caldi della microcriminalità a Bergamo

Luisa Pecce, la sentinella della città, nemica degli spacciatori
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di Claudia Pianetti

C’è una città dentro la città. È collocata tra la stazione e la Malpensata, è presidiata dalle “vedette”: qui la microcriminalità e lo spaccio sono all’ordine del giorno. Lo dice Luisa Pecce, consigliere comunale della Lega, che ha svolto un’attenta indagine su questo tema.

Certo, nonostante tutto, Bergamo resta un’isola abbastanza felice: non siamo a Quarto Oggiaro e nemmeno a Scampia. I reati più gravi sono in calo da anni, però la sicurezza percepita dai cittadini rimane scarsa. Perché? Luisa Pecce con la sua indagine ha dato anche una chiave di lettura basata sulla microcriminalità. Alcune situazioni preoccupano. Se ne è parlato nei giorni scorsi in Consiglio comunale, proprio in seguito al documento presentato dalla esponente della Lega. Un lavoro approfondito e puntuale «di cui terremo conto», ha detto l’assessore alla Sicurezza Sergio Gandi.

Consigliera Pecce, l’ordine del giorno sulla microcriminalità e lo spaccio in città, presentato a Palazzo Frizzoni, ha richiamato l’attenzione anche della maggioranza.

«Sì, esiste una piccola città dentro la città. Se prendiamo in prestito un modello che si usa per le imprese, potremmo definirla una “bad city”, una cattiva città, a causa delle attività malavitose».

Lei ha disegnato una mappa di questa “bad city”?

«A grandi linee, si va da via Novelli, via Bonomelli, via Quarenghi, fino a oltre la ferrovia verso via Maglio del Lotto e via Zanica, a cui aggiungo i piazzali Marconi e Alpini. In quest’area è presente un sistema di spaccio e microcriminalità strutturato, che va avanti da anni. Funziona come i vasi comunicanti: ci sono le sentinelle che presidiano le vie, quando le Forze dell’ordine intervengono queste avvisano gli altri che si spostano in un’altra zona. Se una sentinella viene fermata e portata via, viene sostituita subito attraverso un meccanismo di reclutamento inesauribile. Gli abitanti se ne accorgono dal momento che una nuova faccia gira nello stesso quartiere per giorni».

L’elenco presentato in aula Consiliare è nutrito.

«Credo che molte situazioni siano già note alle Forze dell’Ordine: gli spacciatori di origine straniera che stazionano costantemente in via Bonomelli e in via Paglia, angolo via Novelli; i negozi etnici (tra cui il supermercato, sempre in via Novelli) aperti fino a notte inoltrata anche in periodo di lockdown e coprifuoco come quello in via Paglia, dove spesso avvengono assembramenti e litigi; i marciapiedi usati come piste per monopattini e biciclette da extracomunitari che, se redarguiti, rispondono con insulti pesanti soprattutto nei confronti delle donne; in via Maglio del Lotto ho segnalato atti vandalici alle auto e il parcheggio selvaggio: la via è buia nonostante la promessa di installare l’illuminazione entro il 2019 e quindi al mattino si trovano siringhe e preservativi; gli assembramenti e le feste che si svolgono senza rispetto delle norme anti-Covid presso i capannoni esistenti nell’area tra via Maglio del Lotto e via Carnovali. E molto altro, c’è da lavorare insomma...».

Come è arrivata a individuare queste situazioni?

«Sono in Consiglio comunale da dodici anni e utilizzo da sempre lo stesso metodo: girare per i quartieri, incontrare i residenti, ascoltarli, verificare le situazioni più urgenti e portarle all’attenzione dell’amministrazione. È un lavoro continuativo di presenza e ascolto che mi ha consentito di instaurare rapporti di grande fiducia: posso dire di aver costruito una rete di riferimenti affidabili sulla città. Ad esempio, in via Quarenghi seguo l’evolversi della situazione, legata soprattutto allo spaccio, ormai da dieci anni, prima con l’aiuto di Giulia Martinelli (storica abitante della zona bassa della via, purtroppo deceduta) e poi con una persona che ha ereditato il suo lavoro, con cui ormai siamo amiche. Ho referenti distribuite su tutti i quartieri caldi: una volontaria della Polizia che presta servizio in via Bonomelli; cittadini che filmano, fotografano dalle finestre delle loro case con appostamenti meticolosi e poi mi mandano i materiali per denunciare. Oppure, la signora che abita nelle case vicino all’ex caserma dei vigili del fuoco che mi aggiorna tutte le settimane su un appartamento dove la sera entrano quelli che spacciano alla stazione e la mattina se ne vanno; mi racconta cosa succede durante la notte, gli episodi di prostituzione sulle scale e lo spaccio. Tutti hanno paura, ma inviano le segnalazioni perché sanno che non li esporrei mai a rischi».

Una volta raccolte le segnalazioni che cosa fa?

«Ogni volta che arriva nuovo materiale, verifico di persona, non sottopongo mai nulla a nessuno se prima non lo verifico direttamente. In pratica faccio il contrario di ciò che accade con i social: per usare termini ormai sdoganati, sono sempre in presenza».

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