Giù le mani da Peppa Pig
La notizia è stata data dalla Bbc, come riporta lastampa.it: "Niente Peppa Pig sui libri di testo della Gran Bretagna: la Oxford University Press, uno dei principali editori di libri scolastici nel Regno Unito, ha diffuso le nuove linee guida per i propri autori, chiedendo loro di astenersi dal disegnare o illustrare verbalmente suini e loro derivati, al fine di non offendere e turbare i piccoli musulmani o ebrei. Peppa Pig non è espressamente vietata, ma il bando ovviamente si stende anche alla maialina dei cartoni animati più amata dai bambini. A condannare la mossa dell’editore nelle ultime ore si è fatto sentire persino un parlamentare musulmano, il laburista Khalid Mahmood, dicendo che «è una scelta completamente insensata», ma la Oxford University Press ha difeso la propria decisione, sostenendo di volersi rivolgersi «a una platea il più vasta possibile». I libri della casa editrice universitaria più famosa del Regno Unito sono venduti in oltre 200 Paesi.
Capita l'antifona? Business is business, altro che libertà di stampa, di satira, di espressione. D'altra parte, gli inglesi in materia fanno scuola. In questi giorni, sono stati pochi i giornali d'Oltremanica che hanno pubblicato le vignette di Charlie e forse non è stato il direttore del Financial Times, il giorno dopo la strage nella redazione di Charlie Hebdo, a sparare un'immane castroneria affermando in sostanza che Charbonnier e gli altri martiri di Parigi, in sostanza se l'erano cercata?
Dopo i presepi, le immagini della Madonna, i crocifissi, adesso i cultori del politicamente corretto se la prendono con Peppa Pig, cartone animato nato proprio nel Regno Unito undici anni fa, diretto e prodotto da Astley Baker Davies. Ha avuto un successo tale da sfondare in 180 Paesi. Le storie di Peppa e della sua famiglia (il fratellino George, Mamma Pig, Papà Pig, Nonno e Nonna Pig, Chloè Pig la cugina di Peppa, Alexander fratello di Chloè, zio Pig fratello di Papà Pig e marito di Zia Pig). Quando la famiglia Pig esce di casa, si perde sempre. Il guaio è che la strada l'ha persa anche l'editore inglese di Peppa.